di Francesca Radaelli
Riutilizzare invece che buttare via. È il concetto, semplicissimo, che sta alla base dei cosiddetti ‘centri del riuso’ o del ‘riutilizzo’ che si stanno diffondendo lentamente anche all’interno dei comuni lombardi. Di pari passo con l’idea che la destinazione di un oggetto che non ci serve più non debba essere per forza la discarica.
Il Centro del Riutilizzo di Lissone
Lo confermano i recenti dati del Centro del Riutilizzo di Lissone, che ha aperto le porte nello scorso mese di gennaio per volontà del Comune come servizio destinato ai cittadini lissonesi e sta registrando numeri che testimoniano la crescente partecipazione della cittadinanza.
Secondo i dati diffusi dal Comune, infatti, a due mesi dall’apertura erano stati consegnati al Centro più di 300 oggetti, per la maggior parte giocattoli, libri, casalinghi e qualche elettrodomestico. Tra questi, circa 40 (poco più del 10%) avevano poi trovato un nuovo proprietario.
Ora, dopo nove mesi, la statistica è in sensibile miglioramento. Gli oggetti consegnati sono saliti a 1.338, con una crescita rilevante per quanto riguarda i ritiri: 297 (circa il 22%) sono gli oggetti che oggi hanno trovato una “nuova vita” e altri proprietari. Al momento sono 250 gli utenti che hanno utilizzato il servizio, interamente gratuito per i lissonesi.
Il centro è situato al fianco della Piattaforma Ecologica nella frazione di Santa Margherita e si inserisce all’interno del progetto Fondo Hope, promosso dalla R.T.I. Rete Bonvena nell’ambito dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Vi operano cinque persone: un coordinatore, un operatore, due volontari richiedenti asilo ospitati presso il Centro Botticelli di Lissone e un utente che sta svolgendo un tirocinio socializzante. Il motto che sta alla base del progetto è semplice ma per nulla scontato: “Ciò che non serve più a qualcuno, può tornare utile a qualcun altro”.
Il Centro Panta Rei di Vimercate
E il centro di Lissone non è l’unico in Brianza. A Vimercate dallo scorso mese di giugno è attivo il Centro del riuso Panta Rei, progettato anch’esso dal Comune, realizzato in collaborazione con CEM Ambiente, che ha messo a disposizione i locali in via Manin, 20, e gestito dalla Cooperativa Mani Tese.
Ognuno vi può consegnare quello che non usa più ma che può essere utile ad altri. I beni usati, integri e funzionanti, vengono ritirati gratuitamente, catalogati e messi in vendita direttamente o dopo operazioni di pulizia e di piccola manutenzione, a prezzi molto inferiori rispetto a quelli di mercato. Il ricavato sarà usato esclusivamente per coprire i costi di gestione del Centro.
Panta Rei, ovvero ‘tutto scorre’: significa che tutto cambia, tutto si trasforma, niente resta immutato. E la visione alla base di questi progetti è proprio quella di un fiume di oggetti che passano di mano in mano, continuando a vivere così come sono, magari dopo semplici riparazioni, oppure trasformati grazie alla creatività e immaginazione. Niente di più diverso dalla cultura dell’usa e getta, a cui siamo stati abituati per lungo tempo. E che però oggi sta perdendo lentamente terreno, attaccata da più fronti, primo fra tutti quello della sostenibilità ambientale.
I Centri del Riuso in Lombardia
Del resto anche la Lombardia, come un numero crescente di Regioni italiane, ha inserito nel proprio piano regionale di gestione dei rifiuti elementi di programmazione riguardanti l’istituzione di centri di riuso. Per per favorire lo start up dei centri di riuso la Regione ha inoltre stanziato ulteriori 747.208,93 euro, come riporta l’edizione 2018 del Rapporto nazionale sul riutilizzo pubblicato dal network Occhio del Riciclone.
Il riferimento normativo è il D.G.R. n. X/1990 del 20/06/2014 che istituzionalizza il concetto di centro del riuso “da a intendersi quale luogo destinato alla consegna da parte dei cittadini di beni in buono stato di cui non intendono disfarsi” e stabilisce che esso può essere collocato all’interno di un’isola ecologica autorizzata. E deve essere presidiato da personale idoneo al corretto svolgimento delle operazioni di ricezione, catalogazione, assistenza, pesatura, registrazione dei beni in ingresso ed in uscita.
E a Monza? Anche qui negli ultimi anni si era parlato della possibilità di aprire un Centro del Riuso comunale (era stata individuata la sede prima dell’ex Macello, poi dell’ex mercato ortofrutticolo), ma il progetto è poi naufragato quest’estate, per una serie di problematiche. Ma ci si può riprovare.
Riuscirà la filosofia del riuso ad avere la meglio su quella del consumo ‘usa e getta’?
Un primo traguardo a cui guardare, forse, sarebbe quello di avere un Centro del Riuso in tutti i comuni brianzoli, visto che i fondi regionali lo consentono e Lissone e Vimercate ce l’hanno fatta.
Ma la sfida più grande appare oggi quella di diffondere la filosofia del riutilizzo e della condivisione nei cuori e nella quotidianità delle persone. In modo che un bene già usato da qualcuno ma in buono stato possa essere davvero preso in considerazione come alternativa valida rispetto all’acquisto di uno nuovo di zecca. E il centro del riuso come un’alternativa davvero possibile al sacco dell’immondizia.