La carica dei 102
La Gianna compie centodue anni. Quattro figli, un po’ di nipoti, una squadra di pronipoti e un marito che ha vinto la battaglia con la guerra ma ha perso quella con la malattia. Quando un signore spiritoso, in occasione dei suoi cent’anni, le chiede quale segreto abbia per viverecosì a lungo, la Gianna, senza scomporsi risponde: ”basta ricordarsi di respirare”. La battuta è indubbiamente efficace e, almeno a me, apre a qualche pensiero.
Ricordarsi di respirare è ovviamente impossibile. Voglio dire che la memoria, quando c’è, serve ad altro, che il respiro viene naturale come quasi tutte le cose importanti della vita. Quelle che contano. Fare figli, lavorare onesto, ridere molto, mangiare il giusto e poi ancora: non farsi sopraffare da malinconie, ricordi duri, dolori di guerra e di fame. Ricordarsi di respirare; quel signore ha confuso una filosofia di vita con una battuta, un programma esistenziale fatto di concreta semplicità in un proverbio da simpatica vecchietta.
Questi vecchietti ricchi di storie e proverbi e che, sottovoce, portano addosso esperienze a cui nessuno sembra interessarsi, ogni tanto, in una smorfia, in un silenzio, in una battuta, ci svelano il centro delle cose.
Quando si è stati contemporanei di Hitler, ma anche di Gandhi, quando si impara a superare le giornate di buio e paura con l’assoluta certezza che ne seguiranno altre di luminosa quiete, quando centodue inverni collassano in centodue primavere, allora le rughe servono solo a disegnare sorrisi radiosi di chi ha inteso il segreto.
La Gianna centodue ne fa e una ne ha capita: l’ironia salva la vita.
Enzo Biffi