Rischio d’impresa e non solo

poliziaUn imprenditore su tre, se rinascesse, farebbe ancora l’imprenditore e lo farebbe all’estero. Sono molte, infatti, le imprese che commerciano e fanno business con Paesi difficili, a volte pericolosi. Secondo una stima dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza, si tratta di circa 35mila imprese italiane che hanno rapporti commerciali con Paesi a rischio viaggi, secondo il Bureau of consular affairs – USA Department of State (travel alert e travel warning). Per gli imprenditori che fanno business nei Paesi pericolosi, come Kurdistan iracheno, Libia, Ucraina, Nigeria, Camera di commercio di Monza e Brianza e Promos si avvalgono anche di scorte armate per garantire la sicurezza degli imprenditori.

I dati emergono da una stima su dati Istat Coeweb e dalla indagine “Economia e imprese: quale futuro?” realizzata dalla Camera di commercio di Monza e Brianza.

Con il Bangladesh erano in forte crescita gli scambi lombardi nei primi tre mesi del 2016 +13,4% l’import e +6,7% l’export (rispettivamente 54 e 31 milioni). E la Lombardia trainava il Paese con il 17% degli scambi nazionali. Non solo Bangladesh, sono 40 i Paesi segnalati a livello internazionale come rischiosi per la permanenza turistica o per affari. Il business delle imprese lombarde con questi Paesi vale 3,6 miliardi in tre mesi, su 15,5 miliardi dell’interscambio italiano.

Per chi fa business nei Paesi a rischio, come Kurdistan iracheno, Libia, Ucraina, Nigeria, Camera di commercio di Monza e Brianza e Promos si avvalgono anche di scorte armate per garantire la sicurezza degli imprenditori.

“Gli imprenditori sono persone coraggiose, entusiaste, che vanno anche in posti difficili e situazioni pericolose per per portare avanti l’impresa e per garantire il lavoro – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza.”

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