Rosaspina

RosaspinaTutti la conoscono con il nome di Nana, è un’anziana signora di fede ebraica, come ce ne sono tante negli Stati Uniti, si prende cura delle tre nipotine, che segue con affetto, alle quali racconta sempre la stessa favola, quella della Bella Addormentata nel bosco. La narra a suo modo, introducendo spesso delle varianti rispetto alla fiaba originale, ma la storia, in sostanza, è sempre la stessa: la principessa Rosaspina viene risvegliata dal bacio di un principe, mentre tutti, intorno, continuano a dormire avvolti nella nebbia.

La famiglia stessa conosce molto poco del passato della donna, si sa solamente che è arrivata dall’Europa all’inizio della seconda guerra mondiale, per sfuggire alle persecuzioni antisemite. In punto di morte Nana rivela alla nipote Becca, oramai adulta, di essere stata veramente una principessa e di aver vissuto in un castello. Malgrado abbia il dubbio che si tratti dei vaneggiamenti di una mente non più lucida, la ragazza resta colpita da queste parole; ad accendere la sua curiosità, inoltre, ci sono alcune foto della nonna ritrovate in una scatola e di cui nessuno conosceva l’esistenza, accompagnate da un documento che data l’arrivo della donna in America non all’inizio, bensì alla fine del conflitto.

Becca decide quindi di intraprendere un percorso che le consenta di scoprire il passato della nonna, che la porterà dapprima nella città di Oswego, nello stato di New York, in cui si trovava il campo che al tempo aveva accolto i profughi sbarcati dall’Europa, e poi in Polonia, nella città di Chelmno, dove c’era stato un famigerato campo di sterminio. È proprio qui che Becca conoscerà finalmente il passato di Nana, attraverso i racconti di un uomo la cui vita si era incrociata con quella della donna.

Jane Yolen, autrice statunitense di romanzi fantastici, di fantascienza e di racconti per bambini, la cui opera più famosa è L’aritmetica del diavolo, pubblicata nel 1988, tratta ancora il tema dell’Olocausto in questo libro pubblicato nel 1992, ma tradotto in Italia per la prima volta nel 2013 dall’editore monzese Leone.

Ricorrendo ad una prosa scorrevole, la scrittrice riesce a fondere eventi storici tragici e di forte impatto emotivo con i toni della fiaba; il racconto della vita serena e degli affetti familiari da cui la protagonista è circondata fino alla sua morte sottolinea ulteriormente, per contrasto, l’atrocità di ciò che è avvenuto nella prima parte della sua esistenza, dando vita ad un gioiello della narrativa che l’American Library Association ha inserito a pieno titolo nella lista dei cento migiori romanzi del Ventesimo Secolo.

 

Valeria Savio 

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