Galleria San Fedele
Sculture che si pongono come quadri. Quadri che sembrano evocare nella loro luminosità antiche icone bizantine. L’artista svedese Mats Bergquist parte da supporti lignei e con un lungo processo di sottilissime stratificazioni materiche ottiene volumi che si presentano con superfici concave o convesse.
La consistenza fisica dell’opera è quindi dovuta a un lento e progressivo gesto di sovrapposizione di materia (colle, gesso, pigmenti e tecnica ad encausto su legno e in seguito su tela), fino a quando il piano dell’oggetto risulta liscio e perfettamente levigato.
La superficie non presenta alcun tipo di segni, di forme imitative o naturalistiche. A una prima impressione sono spazi di “vuoto”. Il tempo appare protagonista dell’opera che nasce da una progressiva stesura di materiali, come nelle icone antiche. Al supporto ligneo, con la sua accurata levigatura, con la successiva sovrapposizione del telo di lino a compensazione dei movimenti del legno, con la stesura del gesso sul quale è inciso il disegno, con l’applicazione del fondo oro, con le stesura dei colori ottenuti da pigmenti minerali e vegetali, si giungeva alla definizione dei contorni, per terminare con le lumeggiature.
Era un vero e proprio cammino che segnava non soltanto un percorso temporale dei gesti, ma un viaggio dell’anima che riconosceva gradualmente l’apparire dell’eterno, come se dall’interno dell’icona emergesse il divino che irrompe nel qui e ora della nostra storia.
MATT BERGQUIST. REST a cura di Bruno Corà e Andrea Dall’Asta SJ fino al 19 dicembre 2018
Galleria San Fedele, via Hoepli 3a – MIlano