Affrettatevi. Non perdete l’occasione di visitare la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, luogo di culto, spesso adibito a concerti e alla lettura di poesie, è una delle chiese più belle d’Italia. Grazie a EXPO, e alla manifestazione “Aperti per Voi“, il giovedì il portone si chiude alle 22.30 e, da martedì a domenica, si entra dalle 9 alle 19.30. Aperti per Voi è una meritevole iniziativa resa possibile grazie ai volontari del Touring Club.
All’entrata verrete assaliti da una sensazione confortante e di grande stupore proprio per la sua bellezza, per la qualità degli affreschi. Un tuffo al cuore.
E altrettanto avvincente é la storia di questa chiesa. Era un monastero di clausura benedettino fino al 1798, anno che coincide con l’arrivo delle truppe napoleoniche e dell’occupazione di conventi, chiese, basiliche, pensate , per esempio, al Cenacolo vinciano diventato in quel tempo una stalla per i cavalli dei Francesi.
Il Monastero di San Maurizio c’era già in epoca carolingia, edificato su resti di edifici romani, comprese le mura dell’imperatore Massimiano.
La trasformazione avviene nel XVI secolo. E’ il 1503 quando iniziano i lavori. Nel convento c’erano le figlie di una potente famiglia della Milano aristocratica: i Bentivoglio imparentata cogli Sforza.
I capostipiti, Alessandro Bentivoglio e la consorte Ippolita Sforza avevano qui quattro fanciulle tra cui Alessandra, per sei volte Badessa del monastero benedettino.
Il loro artista di riferimento era Bernardino Luini, un pittore di grande talento che conosceva Leonardo e Raffaello.
A lui dobbiamo gli affreschi più belli aiutato dai figli Aurelio, Gian Pietro e l’Evangelista. All’interno troverete anche opere del cremonese Antonio Campi (Adorazione dei Magi) e del maestro del Caravaggio, Simone Peterzano.
Vincenzo Foppa e Boltraffio con le loro botteghe hanno contributo ad arricchire di dipinti San Maurizio. Nomi di artisti lombardi importanti come importanti sono gli architetti Gian Giacomo Dolcebuono e Giovanni Antonio Amedeo, responsabili della progettazione. In quel tempo, entrambi lavoravano contemporaneamente alla costruzione del Duomo.
Non impressionatevi se durante la visita sarete colti dalla sindrome di Stendhal. Successe anche allo scrittore francese come a Ruskin. Un’emozione da non farsi mancare.
Daniela Annaro
Fotografie di Giovanna Monguzzi e Stefania Sangalli