di Paola Biffi
Libertà è una bella ragazza di oggi e di ieri, la vediamo sfilare da sempre sul tappeto rosso dei grandi ideali, si chiacchiera molto di Libertà: giganti ed eterni dibattiti filosofici, poetici, teologici e fisici, anche per i più saggi è un azzardo parlarne, si rischia sempre di cadere nella banalità o nell’eccessiva astrattezza, quanto è lontana e quanto è vicina, chi è veramente Libertà?
Potrebbe darci una risposta Roberto Saviano, che dopo l’uscita e il successo del suo primo libro Gomorra, romanzo che denuncia i traffici economici e il sistema generale della Camorra, è stato più volte minacciato dai clan mafiosi, tanto che dal 13 ottobre 2006 vive accompagnato da una scorta, e con Libertà ha un rapporto fraterno. Un legame che necessita molti compromessi per restare saldo negli anni: se Libertà gli ha dato la forza, l’entusiasmo e il coraggio di sfidare uno dei più pericolosi e potenti sistemi criminali del mondo, la stessa Libertà l’ha poi abbandonato, e ormai da 10 anni non si fa vedere, costretta lei per prima a restare in silenzio, ad avere paura.
Vivere con la scorta significa rinunciare alla quotidianità: non puoi stare da solo con una persona che non sia riconosciuta e segnalata alla polizia, non puoi stare in una casa con un balcone, non puoi fumarti una sigaretta guardando il sole tramontare sul mare di Napoli; non si può essere scrittori sotto scorta perché non si può essere uomini sotto scorta, e alla quotidianità si sostituisce la paura, ai tramonti gli psicofarmaci. Saviano forse ha ultimamente perso i contatti con la sorella Libertà, ma non il rapporto di sangue, che sancisce la concretezza del non arrendersi, un rapporto fondato sulla madre, se così possiamo dire, di entrambi: Verità.
Come lo scrittore che nonostante le minacce e l’isolamento si spinge ancora nella ricerca profonda di ciò che ai più è negato, così Libertà, in un’epoca dove la paura e le minacce rimbombano nei telegiornali costringendoci a una scorta di pregiudizi, si rivela solo a chi si spinge oltre e cerca Verità.
Non serve essere scrittori di best sellers o vignettisti satirici per giocare al gioco d’azzardo dell’essere liberi.
Fotografia di Piero Tasso su licenza Creative Commons