di Camilla Mantegazza
Al suo primo apparire, all’indomani della Rivoluzione Cubana che obbligò alla fuga Batista il 1° gennaio del 1959, Castro non sembrava guidasse una coalizione filocomunista, tanto che, il suo governo venne subito riconosciuto e appoggiato da quello statunitense, nella speranza di un consolidamento del regime riformista, fortemente radicato nel consenso popolare. Tuttavia, ben presto, la politica di riforme e le infiltrazioni comuniste presenti nel nuovo governo cubano misero in allarme gli americani, mentre dall’isola centinaia di persone ostili alla politica castrista fuggivano in Florida dove, a poco a poco, insediarono una colonia cubana sempre più forte e sempre più influente anche nella vita interna degli Stati Uniti.
Arrivò il febbraio del 1960, quando si ebbe quella svolta risolutiva che andò a segnare i successivi decenni di storia cubana, americana e sovietica. Le relazioni internazionali, poggianti sul precario equilibrio della Guerra Fredda, sembrarono sul punto di doversi incrinare definitivamente: nel febbraio del 1960, infatti, Cuba ricevette la visita dell’allora Primo Ministro sovietico, che firmò con il governo di Castro un accordo per l’acquisto di tutta la produzione saccarifera dell’isola.
L’isola, da quel momento, divenne un potenziale avversario di Washington, tanto più che il suo esempio avrebbe potuto essere contagioso per tutti gli altri paesi dell’America Latina, teatro di guerra fredda. Tra la fine del 1960 e i primi mesi del 1961 le relazioni tra cubani e statunitensi non conobbero vie di miglioramenti. Era ormai sotto gli occhi di tutti: Cuba aveva scelto di essere un avamposto dei sovietici nei Caraibi. Una piccola isola decise così di sfidare la grande potenza americana. Dapprima, il presidente Eisenhower stabilì per Cuba un embargo economico. Punizione poco soddisfacente, caratterizzata dagli scarsi risultati. Si arrivò dunque ad un piano militare, che passò presto nella mani dell’appena insediato JF Kennedy.
Così, il 17 aprile del 1961, si diede il via all’abortita invasione di circa 1500 esuli cubani immigrati negli Stati Uniti, finanziati e appoggiati dalla CIA, che avrebbe dovuto liberare l’isola da Castro. Sbarcarono nella Baia dei Porci, con l’obiettivo di riunirsi ai guerriglieri antigovernativi disseminati sul territorio cubano. Il giorno stesso, due navi americane affondarono: quella ricca di munizioni, ricetrasmettenti e rifornimenti e quella carica di carburante. La situazione divenne insostenibile. Il 18 aprile fu ordinato il ritiro. Il 19 presero il via le operazioni di evacuazione: il forte discredito mondiale era già nell’aria. L’imperialismo sembrava essere stato sconfitto, il socialismo stava apparentemente trionfando.
Castro, il 1° maggio di quello stesso anno, proclamò l’isola una Repubblica Socialista. “L’invasore annientato dal popolo di Cuba”, titolò l’Unità. Ogni colpa ricadde sul neoeletto JFK, il quale in un’amara confessione ad uno dei suoi più stretti collaboratori, disse “come ho potuto essere così stupido da farli andare avanti?”. riferendosi a quegli uomini della CIA che, a suo dire, avevano combinato il disastro. Uno sfascio politico, militare. Una piccola vittoria sovietica, un grande smacco americano.
E’ uno scoop assoluto, di un genio del giornalismo (TG 1 ). Sarebbe un mio onore personale essergli presentato. Ma non so se posso aspirare a tanto. Riassumo. Fallimento Invasione Baia dei Porci. Iniziano i processi. E ALCUNI SONO CONDANNATI A MORTE. Peccto che le cose andarono altrimenti. Castro si occupo’ che gli invasori arresisisi fossero trattati bene (anche per motivi spettacolari). “Vi ha trattato bene la rivoluzione?” chiese loro alcuni gg. dopo la resa dei conti. Il “processo pubblico fu uno show teletrasmesso e tutti i condannati che spesso si dichiararono fuorviati dalla propaganda, furono consegnati al Nord dietro un riscatto in medicinali, che umiliasse l’Embargo imposto dallo stesso Nord. Tranne quelli che erano gia’ stati condannati a pene detentive dai tribunali cubani, pre-invasione.
Le immagini delle fucilazioni si riferiscono al primo periodo rivoluzionario in cui il popolo voleva farsi giustizia da se’ dei torturatori e multiassassini della polizia batistiana. Lo ripeto: un genio/ navigatore dello Spazio-Tempo einsteiniano, e soprattutto maestro dei servizi per sentito dire..