Scaccomatto alla Storia: la monaca di Monza

di Francesca Radaelli

La storia della Monaca di Monza nella suggestiva cornice del Convento dei frati francescani delle Grazie. A metterla in scena sono stati lo scorso 8 luglio gli attori d’eccezione della redazione di Radio Stella del centro Stella Polare, nell’ambito del progetto QuoVadis Monza – Scaccomatto alla storia,  promosso dalla dalla cooperativa sociale Novo Millennio, con il contributo di Fondazione Monza Brianza. 

Una vocazione fatta di luci e ombre”: si intitola così lo spettacolo dedicato a questo personaggio tragico e affascinante della storia monzese, entrato nell’immaginario collettivo grazie ad Alessandro Manzoni e ai suoi Promessi Sposi.

Dietro a Suor Gertrude, colei che tiene prigioniera nel suo convento la Lucia manzoniana, si cela la vera di Marianna De Leyva, monaca per forza, ossia per volontà ineluttabile della sua nobile e potente famiglia.

E’ proprio lei, Marianna, Suor Virginia, a prendere la parola nelle stanze di un altro convento, quello delle Grazie, che risuonano dei canti a cappella dell’ensamble ‘Sonus et Vox’, all’interno dell’avvincente rappresentazione realizzata sotto il coordinamento teatrale di Gennaro Ponticelli.

Lei a raccontare, con le voci delle attrici di Radio Stella, la propria storia di bambina destinata fin dalla tenera età, e suo malgrado, allo sposalizio con Dio.

A 16 anni prende i voti col nome di Suor Virginia e al monastero di Santa Margherita è lei la padrona, la prima del convento: in virtù della sua origine nobiliare può contare su ben quattro converse al suo servizio.

Eppure quel convento non è il suo mondo.

“Quante volte avrei voluto dire: Non acconsentirò”, dice Gertrude nello spettacolo. E probabilmente deve averlo pensato davvero anche la vera monaca di Monza.

E invece acconsente sempre. Acconsente Marianna, acconsente Virginia, acconsente Gertrude. Nella realtà storica e nel romanzo.  Finché non accade l’inevitabile.

Accade cioè che, per dirla con Manzoni, la ‘Sventurata’ risponde. Risponde di sì alla promessa di un amore reale che le appare un giorno alla finestra, a una luce, che però si trasforma presto in un’ombra, innescando un tragico vortice di menzogne e delitti.

Quante donne ancora oggi sono obbligate ad “acconsentire”, come Marianna, a una vocazione che non è la loro? E a pagarne le conseguenze? Quante donne vittime del loro stesso amore?

La domanda resta sospesa, assorbita dal canto che continua a risuonare tra le mura del convento, mentre i personaggi di questa storia tragica sembrano svanire.

Qui il video dello spettacolo completo

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