Scaccomatto alla storia: chi era San Gerardo?

di Francesca Radaelli. Fotografie di Giovanna Monguzzi

Terzo appuntamento per il progetto Quo Vadis Monza – Scaccomatto alla storia, della redazione di Radio Stella, la web radio del centro diurno Stella Polare. Il protagonista è San Gerardo e a raccontarne la storia è Daniele Bolognini, che sul santo monzese sta scrivendo un libro.

Perché tante chiese e luoghi a Monza sono dedicati a San Gerardo, quando il patrono della città è San Giovanni?

Perché è stato proclamato santo?

Quali sono le particolarità della figura di San Gerardo?

E’ vero che ha fatto miracoli simili a quelli di Gesù?

Perché è detto il santo delle ciliegie?

Che senso ha un libro di San Gerardo nel 2021?

Sono solo alcune delle domande rivolte a Daniele Bolognini dai ragazzi della redazione di Radio Stella nel corso dell’intervista realizzata nella cornice della stessa casa del santo, l’Oasi di San Gerardo dei Tintori.

Un momento dell’intervista

Un santo sui generis

Dalle risposte si delinea il profilo di un santo molto particolare.

Innanzitutto non prende mai i voti, non fonda nessuna congregazione religiosa, ma semplicemente, guidato da una fede incrollabile, sceglie di dedicare la sua vita agli altri.

Nato intorno al 1140 a Monza da una famiglia benestante di tintori (da cui il nome con cui è passato alla storia), decide di abbandonare il lavoro nell’impresa di famiglia e di trasformare la sua casa in un ospedale che accolga i concittadini malati e più sfortunati.

I miracoli di San Gerardo

Il miracolo più famoso, il più raccontato e anche il più raffigurato, è quello del mantello. Un giorno accade che per una forte pioggia il Lambro esonda. Il pensiero di Gerardo va immediatamente alla struttura dell’ospedale e ai malati. Se l’acqua li raggiungesse sarebbe una vera tragedia. Secondo la tradizione, il santo attraversa il fiume sul suo mantello. In realtà, precisa Daniele Bolognini, nelle cronache si legge che dopo essersi affidato al Padre nella preghiera, Gerardo costruisce una zattera con il suo mantello e oltrepassa il fiume. Ma soprattutto, accade che nel corso di quella terribile esondazione le acque del fiume risparmiano l’ospedale. Questo, in fondo, è il vero miracolo.

Daniele Bolognini

Altro miracolo è quello delle ciliegie, riportato però da fonti relativamente posteriori all’epoca in cui visse il santo. Secondo alcune testimonianze del Seicento, in un giorno di inverno, per convincere i custodi a lasciarlo nel duomo a pregare promette di portare loro l’indomani un cesto di ciliegie. E il giorno dopo il cesto arriva, malgrado fosse pieno inverno. Questo narra la storia. Quel che è certo è che le ciliegie sono una presenza costante nelle celebrazioni dedicate al santo, sin dalle origini del culto e fino ai giorni nostri. La festa di San Gerardo infatti cade nel mese di giugno, mese della morte del santo e anche della maturazione delle ciliegie.

Il santo di Monza 

San Gerardo resta un santo locale, poco conosciuto al di fuori della Brianza, anche se il suo culto oltrepassa i confini di Monza e arriva fino a Olgiate Comasco, dopo che il santo guarisce la cittadina intera da un morbo misterioso.

A Monza ci sono ben quattro luoghi dedicati a lui: la casa, la chiesa di San Gerardo al corpo, la cappella nell’ospedale nuovo, lo stesso ospedale san Gerardo. Insomma, ancora oggi san Gerardo è rimasto un vero e proprio nume tutelare della città.

Foto di gruppo nella chiesa di San Gerardo Intramurano all’Oasi

Qui il video dell’intervista, con tutte le risposte di Daniele Bolognini alle domande della redazione di Radio Stella.

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