Federica e il servizio civile: imparare dagli anziani

di Fabrizio Annaro

Federica 25 anni, diplomata presso il Liceo Psicopedagogico (oggi Liceo delle Scienze Umane) e diplomata O.S.S. (Operatore Socio Sanitario), studia Scienze Infermieristiche presso l’Università degli Studi di Milano. Abita a Concorezzo e svolge il Servizio Civile Nazionale al Centro San Pietro della cooperativa La Meridiana di Monza.

Perché, proprio alla San Pietro?

Desideravo fare il Servizio Civile Nazionale e il caso ha voluto che incontrassi Luca Pozzi (operatore della Cooperativa La Meridiana Due) che mi ha proposto di svolgere il mio anno di servizio alla San Pietro.

Ti cosa di occupi?

Mi occupo della parte organizzativa partecipando alla stesura del programma di attività di animazione e della parte esecutiva collaborando nelle diverse attività di gruppo proposte al Centro San Pietro. Il venerdì mattina, in particolare, leggo il giornale con gli anziani.

Come vivono le notizie gli anziani?

E’ una occasione di confronto che da l’opportunità per fare un tuffo nel passato toccando diversi temi: dalla politica al lavoro, da come si mangiava a come ci si vestiva. Gli anziani con i loro racconti descrivono un mondo che non c’è più. Sono i custodi delle nostre radici, delle nostre tradizioni.

Federica durante la lettura dei giornali con gli ospiti del Centro San Pietro

E’ la nostalgia il sentimento prevalente?

No, prevale uno sguardo positivo, pieno di stima verso la propria storia, il proprio passato. Prevale il desiderio di tramandare il testimone e di affidarlo alla nuova generazione. Sento spesso la frase: “una volta non c’era nulla, ma avevamo tutto perché la vita era più semplice e genuina. Adesso c’è tutto ma è più complesso e frenetico …” . Penso che dobbiamo imparare dagli anziani e riflettere più consapevolmente sul nostro attuale stile di vita. Loro hanno vissuto e vivono in maniera molto più essenziale. La storia degli anziani invita a non dimenticare i valori fondamentali della vita e l’importanza delle relazioni umane. A me piace molto ascoltare le loro storie.

Cosa ti spinge a stare con gli anziani?

La mia formazione e la mia passione è rivolta alla sfera del sociale. Prima del Servizio Civile mi sono sempre dedicata a bambini, anziani, persone affette da dipendenze, disabili. L’incontro con le persone crea le relazioni e mi consente di approfondire le loro storie di vita. Sono convinta che questo arricchirà la mia crescita professionale. La cosa importante è l’ascolto, componente fondamentale di qualsiasi lavoro sociale. Gli anziani hanno una storia da raccontare, molte cose da dire e soprattutto qualcuno che li ascolti e che gli presti attenzione. Per me l’incontro con l’anziano è una grande palestra di vita.

Il Centro San Pietro della cooperativa La Meridiana di Monza

C’è stato qualche episodio che ti ha particolarmente colpita?

Si. C’e’ un signore che rifiuta di partecipare alle attività di gruppo e ho pensato, in accordo con gli animatori, di dedicare a lui dei pomeriggi passeggiando nel parco. E’ stata per lui e per me una bella esperienza.

Come ti senti a fine giornata?

Stanca, fisicamente stanca. Però ogni giorno mi arricchisco di qualcosa.

Di che cosa?

Sicuramente sono gli incontri ad arricchirmi, con gli anziani, gli operatori, i miei colleghi, i parenti. Ogni giorno porto a casa emozioni, racconti di vita e soddisfazioni che mi fanno crescere e mi serviranno per il mio futuro professionale.

Consiglieresti il Servizio Civile ai tuoi amici?

Si, purché sia fatto con la voglia di mettersi in gioco. E’ un tempo prezioso per conoscere e mettere in campo le proprie attitudini, le proprie capacità. Ma la cosa più importante è sapere che la tua presenza può fare la differenza e, anche solo minimamente, può contribuire al benessere delle persone.

Qual è il tuo sogno?

Diventare un’infermiera professionale capace di assistere ma soprattutto di ascoltare.

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