di Fabrizio Annaro e Marco Riboldi
Settimana della Carità 7-13 Marzo. Giocare in anticipo per un futuro migliore.
Al via la Settimana della Carità, tradizionale appuntamento promosso da Caritas e San Vincenzo di Monza che si svolge in concomitanza con la prima settimana di Quaresima. La settimana è ispirata dalla Lettera Enciclica di Papa Francesco, “Laudato Sì!”, ma si interessa anche di quanto accade nel mondo del lavoro e in quelle giovanile. Una settimana, inoltre, che non dimenticherà la tragedia della guerra in Ucraina e sarà ulteriore occasione per comprendere quali saranno gli effetti del conflitto sul piano economico e sociale.
Il primo appuntamento è per lunedì 7 marzo alle ore 21:00 con la Veglia di Preghiera a San Pietro Martire che ricorderà le tante vittime del lavoro. Nell’occasione sarà trasmessa una video intervista con l’Arcivescovo di Milano Mario Delpini, intervista che si soffermerà sulla relazione della donna e dell’uomo con il proprio lavoro, con il proprio tempo e con la propria professione.

La Settimana della Carità proseguirà con quattro “pillole” serali, dalle 20.45 alle 21:15, che racconteranno le buone prassi che si esplicano in diversi ambiti: martedì 8 marzo si parlerà di buone prassi nel mondo agricolo e del consumo, mercoledì 9 marzo toccherà al mondo del sociale con l’Operazione Mato Grosso, giovedì 10 marzo sarà il turno della cultura e del mondo educativo, mentre venerdì 11 marzo parleremo di Comunità Energetiche. Le “pillole” avranno luogo a Monza presso la Sala della Fondazione Maria Paola Colombo Svevo di via Medici 33.
Sabato 12 marzo, invece, dalle ore 10:00 alle 12:00, Tavola Rotonda dedicata ai giovani alla quale prenderanno parte Andrea Farina Esponente Fridays For Future, Alessandro Savardi imprenditore agricolo, Davide Brambilla della Comunità Pachamama, Davide Lagravinese Sindacalista CISL, Mario Agostinelli Vice Presidente Associazione “Laudato Sì!”.
La Tavola Rotonda si terrà presso il Centro Parrocchiale Don Angelo Cazzaniga Via Muratori 3 – Monza.
Modera gli incontri Fabrizio Annaro giornalista – Il Dialogo di Monza
Per la partecipazione in presenza è obbligatorio esibire il super greenpass, utilizzare la mascherina FFP2, applicare il distanziamento. Iscrizione all’indirizzo e-mail: [email protected] specificando in oggetto il giorno/i dell’evento/i a cui si desidera assistere.
Ogni incontro, inoltre, sarà trasmesso in diretta dal Canale YouTube della Caritas di Monza ai link specificati in questo volantino:
Programma Settimana Carità 2022
I principali contenuti della “Laudato Sì!” di Papa Francesco – di Marco Riboldi
Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.
Dalla Lettera Enciclica “Laudato Sì!” di Papa Francesco
L’enciclica di Papa Francesco che inizia con le parole “Laudato Sì!” del celebre “Cantico delle creature” del santo d’Assisi, non è un inno ecologico e vagamente terzomondista, come qualcuno ha voluto interpretare. Si radica, invece, in una profonda e ben costruita antropologia, che trova le sue basi nella tradizione culturale cui si rivolge il sapere cristiano. Mi limiterò ad indicare alcune linee che emergono dalla ricca lettera del Santo Padre.
La domanda che ci si deve porre è: quale modello di vita e di umanità vogliamo coltivare?
Non per caso, sia nel primo capitolo (dove si trova un elenco dei mali che affliggono il pianeta), sia nel secondo (dove la visione dei temi ambientali viene inquadrata nella tradizione giudaico-cristiana) si rinvengono gli elementi centrali della disuguaglianza, della iniquità, del mancato rispetto della destinazione universale dei beni della terra.
Non si può partire dai guasti del consumismo: bisogna comprendere che questi guasti provengono da una visione alterata dell’uomo e del cosmo, una visione che pone tutta la fiducia in una tecnologia potente e in una economia altrettanto poderosa, prive però di una prospettiva di bene comune.
In questo senso, abbiamo commesso un errore fatale: dimenticarci che quando parliamo di ambiente non parliamo solo della natura, ma della relazione tra la natura e la società che la abita, cioè noi stessi.
Non esistiamo “noi” e poi “la natura”, ma noi, insieme, dentro la natura. L’ecologia, quindi, non può essere altro che una ecologia “sociale”, una ecologia delle relazioni.
Tale considerazione comporta una attenzione nuova sia alla nostra vita quotidiana, comprendendo l’interazione tra ogni nostra scelta anche minima e il futuro della Terra. Comporta una rinnovata riflessione sul principio del bene comune che siamo chiamati a salvaguardare (anche a costo di sacrifici del proprio particolare); comporta una rigorosa assunzione di responsabilità nei confronti delle generazioni che verranno, cui dobbiamo consegnare il mondo che abbiamo trovato (e oggi i giovani ce lo stanno vigorosamente ricordando).
Ecco perchè le soluzioni possibili devono integrare religione e scienze, politiche nazionali e internazionali, ma soprattutto trovare una forte risonanza nella educazione di noi stessi a considerare in modo adeguato la ricerca del bene comune, della giustizia, della pace.
Naturalmente il pontefice inquadra questi discorsi in una ultima dimensione, quella teologica e spirituale, che certamente una parte dell’umanità non troverà consonante con i propri principi.
Ma questo non toglie il valore universale della lettera, che può sicuramente essere considerata, oggi più mai, rivolta non solo ai credenti, ma davvero a tutti gli uomini di buona volontà, perché solo la condivisione di sforzi una nuova consapevolezza potranno rimediare ai guasti che una visione ed un comportamento irresponsabili hanno causato alla nostra comune casa terrena.