Settimana di intensa attività al Teatro Manzoni

La Redazione

Tre spettacoli in una settimana: il primo, martedì 4 marzo  ore 20:30, è stato un incontro con PAOLO VERONESI Presidente Fondazione Umberto Veronesi, Direttore Senologia Chirurgica dal titolo:” IEO Istituto Europeo di Oncologia – La centralità del paziente nell’ Ospedale del Terzo Millennio” . E’ stata una conferenza organizzata dall’Associazione Zefiro, un momento formativo e informativo sulla malattia del secolo.

Il secondo appuntamento di mercoledì 5 marzo ore 21 è “Svelarsi“, uno spettacolo-evento, un esperimento/serata/happening/sabba/pigiama party/assemblea… che si rivolge a un pubblico esclusivamente di donne (cis, trans e non binarie). 

Qualcosa di indefinito e indefinibile, un momento di condivisione e di riflessione su temi come il femminismo, l’umiliazione, la rivalsa, il senso di colpa, l’autodeterminazione…

É una serata per sole donne, che genera parecchie risate e una smodata sorellanza, è un percorso di ricerca in cui si indaga che cosa succede ai corpi simili di chi assiste in platea: se i corpi di chi è in platea risuonano più profondamente con quelli nudi in scena…

Ci sono parole. Tante. Che coprono, che proteggono i corpi.  E poi ci sono i corpi. Così come li guardiamo allo specchio quando ci svegliamo. Prima di camuffarli per camminare in mezzo agli altri. Sai quando si dice: immagina una persona che ti fa paura mentre è nuda. Per smontarla. Per vedere che è composta dagli stessi pezzi che compongono te. Ecco, noi ci spogliamo proprio. I nostri pezzi li mostriamo tutti”. (Silvia Gallerano).

Una serata per sole donne.  Lo sguardo maschile rimane fuori dalla sala.

Un momento dello spettacolo “Svelarsi”

Non è un desiderio di esclusione degli uomini, ma di un tipo di sguardo predatore, giudicante, sminuente.

È uno sguardo che abbiamo tutte e tutti in diversa misura, è il frutto della nostra società patriarcale.

“Mi sento invasa dai consigli non richiesti, dal mio bisogno di sembrare sempre dignitosa, dai libri sul mio comodino”.

Svelarsi è un’altalena tra questi stati: un senso di invasione, una mancanza di spazio, una compressione, da una parte. La potenza, lo strabordare, la risata travolgente, dall’altra.

La cultura patriarcale che ancora ci circonda, insegna alle donne, sin da piccole, a limitare i propri desideri di potenza, ad accettare invasioni di campo da parte dell’altro sesso (dove il campo è il corpo), a mettersi in disparte e per senso di costrizione spesso a esplodere.  

Si parte da vissuti diversi che hanno una nota comune: di umiliazione, di mutilazione, di invisibilità. Messi insieme, tutti questi vissuti, si mostrano per quel che sono: semplici soprusi, spesso meschini. Se ne vedono i contorni tragicomici, si impara a riderci su e a rispondere con una potenza che non è stata sopita. Il lavoro di scrittura è un lavoro condiviso: ogni attrice ha scritto con le parole o con il proprio corpo la sua presenza in questo lavoro.

La scrittura non è solo di parole, anzi è soprattutto una scrittura di corpi.

Le parole a volte sono gli inganni, il rumore dell’abituale: i corpi, in questi momenti di svelamento rivelano la vera essenza, il discorso non articolato ma presente.

Svelarsi è un percorso di ricerca.   

Non si tratta di creare uno spazio sicuro per chi è sul palco, ma di indagare che cosa succede ai corpi simili di chi assiste, domandarsi se il proprio corpo risuona più profondamente con quello che vede, nudo, in scena.

Il terzo   appuntamento, venerdì 7 marzo ore 21,  è “Il tango delle capinere”, con Emma Dante che è anche regista dello spettacolo. E’ l’approfondimento di uno studio, Ballarini, che apparteneva alla trilogia degli occhiali.

È il componimento di un mosaico dei ricordi che rende sopportabile la solitudine di chi disgraziatamente sopravvive all’altro.Una vecchina fruga dentro un baule. Estrae un flacone di pillole, un velo da sposa, un telecomando, tanti palloncini colorati… Da un altro baule arriva la musica di un carillon. compare un uomo anziano. Indossa un vecchio abito da cerimonia liso dal tempo. L’uomo guarda la donna e sorride. Subito la raggiunge. L’abbraccia. La donna appoggia la testa sulla spalla di lui. Lui le fa una carezza. Lei lo tiene stretto per non perdere l’equilibrio. Lui la sostiene. Ballano. Lui estrae dalla tasca un orologio da taschino: meno cinque… meno quattro… meno tre… meno due… meno uno… e al rintocco della mezzanotte lui fa scoppiare un petardo. Si baciano. Lui lancia in aria una manciata di coriandoli. La festa ha inizio. Buon anno, amore mio! Lui e lei adesso hanno sedici anni. In costume da bagno si promettono amore eterno. Sulle note di vecchie canzoni festeggiano l’arrivo dell’anno nuovo ballando a ritroso la loro storia d’amore.

 

 

 

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