di Daniela Zanuso
E’ un caso esemplare quello che arriva dalla Cina e più precisamente dalla città di Shenzhen. Nella metropoli cinese del Guangdong, con circa 12 milioni di abitanti, l’intera flotta di autobus a diesel per il trasporto pubblico è stata convertita con veicoli elettrici di nuova generazione.
I numeri fanno impressione: 16359 gli autobus ad impatto zero che possono fare affidamento per il “rifornimento” su 510 stazioni con oltre 8000 colonnine elettriche.
Il programma, avviato nel 2011 con un finanziamento di 490 milioni di dollari, consente oggi un risparmio di energia per i mezzi pubblici superiore al 70%. La riduzione delle emissioni è di 1,35 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Una svolta notevole dal punto di vista ambientale.
Il costo per l’amministrazione è stato di centinaia di milioni di euro ma non finisce qui. Il prossimo obiettivo è quello di fare altrettanto con i taxi cittadini, sostituendoli totalmente in veicoli elettrici entro il 2020. Già oggi, su circa 17mila taxi circolanti, il 63% è a zero emissioni.
Uno sforzo economico e produttivo enorme per Shenzhen che dovrebbe servire da esempio per tutte quelle realtà europee e nord americane, nelle quali da anni si discute del passaggio a servizi pubblici ad emissioni zero. E, al tempo stesso, un’operazione da record se si pensa che è stata fatta in soli sei anni e che il progetto si estenderà ad altre regioni del Paese.
Pare proprio che la questione climatica sia in cima all’agenda del governo cinese.