Silenzio, parla la donna

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di Roberta Romano

Sono stata Saffo, tanti anni prima di Cristo. Dopo mi han chiamata Lesbia, ma il senso era sempre lo stesso. Col passare dei secoli sono diventata Fiammetta, poi Beatrice. Sono stata anche l’Angelica di Orlando e la Giovanna bruciata in piazza. Avete presente la dirimpettaia di Leopardi? Silvia, si anche in quel caso si parla di me. 

Sono stata anche Zante per Foscolo, e la Madre Patria per D’Annunzio. Sono stata la Costituzione. Sono stata e sono ancora una Donna.

Quanto sono strani gli uomini, nel corso dei secoli mi hanno fatto apparire come una meretrice, una pazza ed una strega. Allo stesso tempo mi hanno “angelicata” e fatto Santa, la guida delle loro anime ormai perdute, l’unica in contatto con il regno dei cieli. Se ne sono inventate di belle devo dire. Come quella volta che hanno fatto la guerra con i loro stessi fratelli per avere un pezzetto di terra in più, combattevano per me ,dicevano, ”tu sei la Madre Patria”. Mi hanno rispettata come tale, forse, ma quando poi sono diventata legge, La Legge, mi hanno derisa ed illusa, usata e poi calpestata. Peggio di quella volta sul rogo, secoli prima.

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Perché non ho fatto nulla? Perché mi sono fatta attribuire tutti questi epiteti senza mai proferir parola? Perché la storia insegna che la visione delle donne passa per gli occhi degli uomini.

Io sono stata il primo medico, ho volato nei cieli americani e ho accompagnato il mio compagno nell’impresa dei “Due Mondi”, rimettendoci la vita, eppure nei libri di storia è scritto il suo nome e non il mio.

Quante volte avrei voluto far del male agli uomini, quante volte avrei voluto condannarli per i vostri soprusi.  Avrei potuto farlo, anche La Legge, come ho detto, è donna. Eppure non l’ho fatto. Non l’ho fatto perché non sarebbe stato giusto, perché allora la differenza, quella vera, tra giusto e sbagliato, non sarebbe più esistita.

Anche la Storia è donna e come tale disposta ad aspettare prima di poter far sentire la propria voce. Ora quel momento è finalmente giunto, non sentirete più parlare di me perché sarò io stessa a raccontarmi. Ascolterete le “voci di donna”, abbiatene rispetto, e fatene tesoro. Se potete.

 

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