‘Sonar stromenti e figurar la musica’ Cremona celebra Monteverdi

di Nicoletta Petrus

Se facessimo il gioco d’ associare i nomi delle città a quello che queste ci fanno venire in mente, dicendo Cremona avremmo un lungo elenco di nomi e possibilità, ma certamente quest’anno fra tutte spicca la figura di Claudio Monteverdi.

Si celebra, infatti, il 450° anno dalla nascita del compositore italiano nato a Cremona nel 1567 e morto a Venezia nel 1643.

Per questa importante ricorrenza fin dal 2015 si è costituito un comitato promotore che ha visto coinvolti il Comune di Cremona , le  Fondazioni del Teatro Amilcare Ponchielli e del Museo del violino, la Fondazione Stauffer, l’Istituto Superiore di Studi Musicali Claudio Monteverdi, il Dipartimento di musicologia e beni culturali dell’Università degli studi di Pavia, l’Archivio di Stato, ed inoltre, la Regione Lombardia, il Comune di Mantova. il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

Luogo naturale per l’avvio delle celebrazioni monteverdiane non poteva che essere il Museo del violino con la mostra “Monteverdi e Caravaggio, sonar stromenti e figurar la musica”. L’esposizione, inaugurata il 7 aprile e visitabile fino al 23 luglio, è aperta dal martedì alla domenica dalle10:00 alle 18:00. Giorno di chiusura è il lunedì.

Claudio Monteverdi, musicista attivo a cavallo fra i secoli 1500 e 1600, è uno dei principali compositori italiani. Le sue intuizioni segnano il passaggio dall’epoca rinascimentale a quella barocca. L’ utilizzo che Monteverdi fa della strumentazione e dell’uso della voce umana resa solista, dà vita a una nuova forma di teatro musicale, il melodramma. Pietra miliare di questa evoluzione è l’opera L’Orfeo su libretto di Alessandro Striggio.

Ecco sonar stromenti. Il percorso espositivo della mostra, ambientata con riferimento alla trama della favola di Orfeo è per il visitatore un immergersi nell’evoluzione dell’universo monteverdiano. Gli strumenti d’epoca e le fedeli riproduzioni, ricostruiscono l’organico dell’orchestra de’ L’Orfeo.
Ciò è stato realizzato secondo precise annotazioni dello spartito monteverdiano , pubblicato a Venezia nel 1609 da Riccardo Amadino, grazie al quale ci è stata trasmessa la conoscenza dell’organico strumentale originale. Applicazioni multimediali riproducono il suono e il timbro degli strumenti.

Nel percorso espositivo,le antiche scuole di liuteria vengono rappresentate da numerosi strumenti , prestiti da parte di collezioni private e pubbliche, come, il contrabbasso del 1610 di scuola bresciana ad opera di Giovanni Paolo Maggini, dei Civici Musei d’Arte e Storia del Comune di Brescia e sempre di scuola bresciana, la viola tenore con montatura barocca , costruita da Gaspare da Salò nel 1609. uno dei prestiti qui esposti dell’Ashmolean Museum di Oxford. e la viola contralto del 1597, costruita da Antonio ( 1540-1607 ) e Girolamo (1550-1630 ) Amati, dalla Collezione Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.

Percorrendo la mostra si può rivivere la storia della nascita del violino attraverso documentati esempi che testimoniano l’opera della famiglia Amati, liutai cremonesi, primi costruttori di violini e contemporanei di Monteverdi. Non mancano mirabili esempi di trombe, corni e bombarde e dell’immancabile clavicembalo.


Ed ecco figurar la musica, “Il suonatore di liuto” di Michelangelo Merisi detto Caravaggio ( 1571-1610 ) Alla fine del percorso strumentale appare la tela che sembra essere il sunto di tutta la mostra.

Il dipinto ad olio,proveniente da una collezione privata, è stato realizzato nel 1597. La significativa natura morta fa da testimone a quei cambiamenti che si verificarono nella storia della musica, nello sviluppo delle tecniche pittoriche e della costruzione degli strumenti musicali. Interessante notare come a lato della figura del suonatore di liuto , sopra una pagina di spartito con l’incipit di quattro madrigali di Jaques Arcadelt. sia rappresentato un violino.

Percorsi multimediali consentono l’approfondimento del dipinto ed il confronto con altre opere riguardanti lo stesso tema.Ancora una volta la tridimensionalità di Caravaggio rende presenti e vivi i personaggi incarnano lo stato d’animo d’un epoca.

Durante l’anno monteverdiano numerose saranno le manifestazioni, i momenti di studio e di approfondimento, i concerti . Da segnalare il 20 maggio Jordi Savall, il 24 giugno John Gardiner, ma ancor prima il 5 e 6 maggio al Teatro Ponchielli l’Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone con la regia di Andrea Cigni, metterà in scena L’Orfeo di Claudio Monteverdi.

image_pdfVersione stampabile