il sorriso quotidiano
Mi capita sempre: quando leggo l’ultima pagina di un romanzo provo quella sensazione di vuoto che fa subentrare la necessità di ricominciare, la necessità di sognare e viaggiare con una nuova avventura e nuovi personaggi, nei quali immedesimarsi per provare le loro emozioni, i loro dolori, le loro passioni. Credo che non esista nessuno che non ami leggere, è solo una questione di pigrizia, di superficialità nell’affrontare tante pagine bianche riempite con lettere ad inchiostro nero.
Da quando mi sono follemente innamorata di questa arte “libera” sono convinta che i libri abbiano due grosse colpe. La prima è sicuramente la richiesta di tempo, di tanto tempo prezioso che le nostre vite frenetiche e “ad incastro” non possono permettersi. E la seconda è la potente forza attrattiva che i libri hanno sugli esseri umani. Non sempre questa forza attrattiva fa bene all’anima perché l’inevitabile immedesimazione porta al paragone ed alla riflessione, processi profondi e sfidanti. Chi di noi ama doversi mettere a nudo? Nessuno.
Ammettere le proprie debolezze e riflettere sui propri errori è più difficile che mai; certo, vi chiederete come mai le nostre riflessioni debbano sempre essere sugli aspetti negativi e taglienti della vita; l’introspezione non fa sicuramente parte delle modalità comunicative dell’essere umano del nostro secolo. Ogni cosa possa far invidia ad altri, anche solo a uno, la postiamo sui social, la condividiamo in rete…tutti devono sapere! Ecco perché la riflessione personale e intima è proprietà privata dei pensieri scomodi.
Ad ogni modo, i libri sono una meravigliosa trappola; regalano sorrisi, emozioni, speranze, suspense, dispiaceri. Aprono il cuore, questo strano marchingegno, capo supremo del nostro agire. Inoltre i libri arricchiscono il vocabolario di chi li divora. Non si tratta solo di un aspetto culturale, sapersi esprimere con chiarezza aiuta a prendere a calci le incomprensioni, i fraintendimenti. Capire ed essere capiti, spiegarsi e spiegare sono il sale delle relazioni. Questo mi convince ancora di più che i libri siano allora tanto preziosi ma soprattutto discretamente invadenti. Ci fanno sentire parte di altro da noi.
E noi per natura siamo sempre alla ricerca di qualcosa che ci faccia stare bene, addirittura, a volte, ai limiti delle nostre possibilità.
Beh, i libri sono legali.
Sono leali.
Sono le ali.