di Karla Presotto fotografie di Alessandro Annaro
Lo scorso sabato 28 ottobre 2023 presso la Sala Picasso – Binario 7 di Monza si è tenuto un convegno sul tema “Educazione alla pace: il ruolo dello sport”, promosso dalla UPF Universal Peace Federation con il sostegno del Comune di Monza e il patrocinio del CONI Lombardia.
Il titolo stesso ci suggerisce la chiave di lettura fondamentale, la parola “educazione” indica conferimento o apprendimento di principi intellettuali e morali, lo sport implica qualsiasi forma di attività fisica che, attraverso una partecipazione organizzata ha come obbiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche-psichiche e lo sviluppo di relazioni sociali.
L’interazione tra questi due fattori porta alla creazione di comunità formate da persone capaci di stare insieme, partecipanti attivi di una realtà che ha come obbiettivo finale la pace ed il benessere collettivo.
L’invito è stato infatti quello di far riflettere sul valore dello sport, considerato elemento fondamentale per l’educazione alla pace, in quanto opera ai fini della conoscenza reciproca e all’interno dell’integrazione tra persone di differenti culture e nazionalità.
L’incontro è stato condotto da Carlo Chierico insieme al redattore del giornale di Monza Omar Porro, che nel corso della mattinata si sono alternati con varie voci e testimonianze di presenze attive nel mondo dello sport e del giornalismo, tra cui l’Assessore allo sport Viviana Guidetti, Marco D’Onofrio componente della Giunta regionale CONI Lombardia, David Andryesh atleta di Handbike ed il giornalista Fabrizio Annaro.
Nell’occasione si è tenuto inoltre un intermezzo musicale a cura del coro Echoes City Choir, diretto da Beatrice De Rosa dell’associazione Cosmo Kor.
A dare il via al convegno è stato il sindaco di Monza Paolo Pilotto, il quale rammenta l’importanza di costruire la pace partendo in primis dai rapporti personali per poi passare a scenari sempre più ampi.
Pilotto ha inoltre voluto sottolineare la rilevanza del linguaggio essendo il mezzo utilizzato nelle cronache sportive, dal pubblico e dai giocatori stessi.
L’utilizzo di una dialettica brutale nel descrivere momenti di sport determina comportamenti e relazioni aggressive, senza freni da parte di chi ne è spettatore e protagonista.
Al contrario invece, la promozione di un linguaggio sereno porta alla nascita di relazioni, comportamenti, rapporti che hanno come scopo finale l’unione tra persone, la nascita di comunità e del senso comune.
Emerge di conseguenza un bisogno di strumenti correttivi capaci di educare le persone alla pace e alla convivialità, lo sport e le associazioni sportive rappresentano una chiave per arrivare a tale obbiettivo.
Numerose sono state le iniziative presentate e proposte durante il convegno, si tratta di progetti nati con lo scopo di promuovere la pace ed il bene; a darne voce sono intervenuti Riccardo Motta insegnante ed educatore, Roberta Perego referente del progetto “mischiamoci” rugby in carcere, Mauro Sarasso presidente della Consulta Sociale di Malnate, Wasam El HusseinyAmbasciatrice di Pace e Mediatrice Culturale, Matteo Capone direttore generale di YouSport ed infine la campionessa del Mondo ed Europea di pattinaggio Antonella Mauri.
L’elemento comune caratterizzante delle attività presentate, è la partecipazione e il coinvolgimento di persone che apparentemente non hanno quasi nulla in comune, individui presentati “sulla carta” come diversi o stranieri ma che nella realtà condividono tra loro molto di più di quanto si possa immaginare.
Vivendo in una società dove i processi di emigrazione ed immigrazione sono sempre in continuo aumento, bisogna creare un programma volto all’educazione e alla convivenza, la diversità non deve essere un fattore su cui porre l’accento ma rappresentare un elemento di forza.
Lo sport è capace di esaltare la spontaneità, ha come obbiettivo principale la convivenza tra le persone che non si limitano unicamente a giocare insieme ma a condividere momenti di vita in modo tale da avvicinarsi l’uno con l’altro.
Già in passato lo sport è stato elemento di pace all’interno di conflitti tra persone e Paesi, un esempio sono le tregue olimpiche, dove in tutta la Grecia erano vigenti per chiunque partecipasse alle grandi feste e ai giochi nazionali; in questo tempo cessavano tutte le discordie pubbliche e private, e nessuno poteva essere attaccato.
Pensare ad oggi ad uno scenario simile rappresenterebbe un’aspirazione impossibile da raggiungere dati gli anni di conflitti a cui si sta assistendo, ma se ognuno di noi nel suo piccolo riuscisse a instaurare relazioni di pace allora quel sogno non rimarrebbe una fantasia ma si trasformerebbe in una concretezza.