di Costanza Tannaro
25 novembre, Giornata Internazionale Contro La Violenza sulle Donne.
Linguaggio, immagine, impegno, un nuovo concetto di rispetto del genere femminile, al di là della retorica e dei luoghi comuni.
Ci vuole una vera rivoluzione culturale per dar senso alla battaglia che in molti , soprattutto molte, stanno conducendo per sconfiggere la violenza contro le donne. Una violenza che si esprime non solo nei gesti, ma nelle immagini, nelle parole che usiamo o leggiamo. Ecco perché è molto importante ripensare alla comunicazione, a sviluppare senso critico su come viene affrontato dai media questo tema drammatico. In questa direzione, si sono mosse le giornaliste di G.I.U.L.I.A (Giornaliste Unite Libere Autonome), la Commissione Pari Opportunità della Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI), il Sindacato giornalisti Veneto, l’ Usigrai, il Sindacato giornalisti RAI.
“Manifesto di Venezia” si chiama il documento deontologico che è stato messo a punto dai giornalisti e viene presentato in Laguna, proprio oggi.
«Perché Venezia? – si domandano gli organizzatori – Perché è la città che ha dato i natali a Elena Lucrezia Corner Piscopia, prima laureata al mondo il 25 giugno 1678. Perché il Veneto? Perché è la regione che ha dato i natali a Tina Anselmi, prima ministra della Repubblica italiana, nominata il 29 luglio 1976. Perché il 25 novembre? Perché è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Perché il Teatro La Fenice? Perché da anni è in prima linea in una originale campagna di denuncia culturale del femminicidio».
Ico Gasparri è un artista sociale e fotografo. Da ventisette anni denuncia il sessismo delle foto pubblicitarie sui cartelloni in città e non solo sui cartelloni. Una documentazione preziosa raccolta nel libro “Chi è il maestro del lupo cattivo?”. Una denuncia molto scomoda per il mondo che ruota attorno alla pubblicità, giornali e televisioni in primo luogo, il mondo della comunicazione più in generale. Il volume sarà oggetto di studio e conversazione nell’ambito del IV Congresso internazionale sugli Studi di Genere in ambito lusofono e italiano, promosso proprio in concomitanza della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne da diverse università italiane e portoghesi al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Tuscia, a Viterbo.
A Milano, all’UniCredit Pavillon nell’ambito del WeWorld Festival – Con Le donne. Per i loro diritti -organizzato dalla Fondazione WeWorld ONLUS, in anteprima mondiale, si presenta l’opera -video “Suspended Witches” dell’artista Ciriaca+Erre. Il festival che vuol essere occasione di riflessione sull’affermazione dell’identità femminile attraverso differenti epoche e culture: dall’Africa, all’America Latina, all’Occidente. Ciriaca+Erre, artista pluripremiata in Italia come all’estero, si è spinta per questo suo ultimo lavoro alla ricerca di villaggi sperduti nell’ Africa Orientale dove vengono tuttora isolate le streghe. Ciriaca affronta da sempre temi impegnativi: dai diritti umani all’ambiente, dalla fisica quantistica all’identità femminile.