di Roberto Dominici
Non è un personaggio conosciuto come i precedenti di cui abbiamo parlato (John Nash, Ettore Majorana, Alan Turing) ma Grigorij Jakovlevič Perelman ha tutte le carte in regola per far parte del percorso “sulle tracce del genio” che concludiamo con lui.
E’ un matematico russo. Nel 2002 ha dimostrato la congettura di Poincaré, uno dei più importanti problemi della topologia, la disciplina da cui dovrebbe emergere la spiegazione sulla forma dell’Universo, che, proposto da Henri Poincaré nel 1904, ha atteso quasi 100 anni, la scoperta di una soluzione.
Mentre era ancora studente di scuola superiore, nel 1982, vinse una medaglia d’oro per il punteggio massimo ottenuto alle olimpiadi internazionali di matematica tenutesi a Budapest. Perelman si è laureato alla facoltà di Matematica e meccanica dell’Università Statale di Leningrado ed ha iniziato a lavorare nel dipartimento di San Pietroburgo dell’Istituto Steklov di Matematica.
I suoi tutor presso l’Istituto Steklov sono stati Aleksandr Danilovič Aleksandrov e Jurij Dmitrievič Burago. Alla fine degli anni ’80 e nei primi anni ’90, Perelman ha lavorato presso varie università degli Stati Uniti, tra cui il Massachusetts Institute of Technology. Ritornato in Russia nel 1995 (o nel 1996), ha lavorato senza far parlare di sé all’Istituto Steklov. Fino all’autunno del 2002, Perelman era noto più che altro per i suoi lavori nella geometria comparativa, ove aveva ottenuto risultati notevoli, tra cui la congettura dell’anima, uno dei teoremi classici della geometria di Riemann.
In passato, nei primi anni ’90, Perelman aveva rifiutato un premio dalla European Mathematical Society, si dice per il suo profondo spirito antimaterialistico. Inoltre egli non s’interessò alla pubblicazione della dimostrazione in una rivista matematica peer-reviewed, come richiesto dalle regole del premio Clay. Lo stesso Clay Mathematics Institute ha esplicitamente affermato che il suo consiglio direttivo potrà cambiare i requisiti, considerando come valida una pubblicazione, almeno per il caso di Perelman, via web.
Il 22 agosto 2006 Grigorij Perelman comunicò che avrebbe rifiutato la medaglia Fields. Nello stesso anno si dimise dal suo posto a San Pietroburgo. Da allora vive con la madre in una casa popolare, lontano da università e interviste, e con la sua pensione come unica fonte di sostentamento. In un’intervista precedente, ha spiegato la sua scelta: “Non voglio essere uno scienziato da vetrina e troppi soldi in Russia generano solo violenza”.
Nel giugno del 2007 sembra sia stato visto e fotografato nella metropolitana della città da un blogger russo, apparendo nelle immagini fotografiche con i capelli arruffati, la barba incolta e vecchie scarpe quasi come fosse un senzatetto o un mendicante.
L’Istituto Clay annunciò l’assegnazione del premio di 1 milione di dollari a Perelman relativo alla congettura di Poincaré, che il matematico ha rifiutato dicendo: “se la soluzione è quella giusta non serve alcun altro riconoscimento”. Fino ad ora la Congettura di Poincaré, e la sua dimostrazione, rimane l’unico dei Millenium Problems ad essere stato risolto.
Perelman ha rifiutato il suo legittimo spazio nelle strutture della scienza moderna, è diventato il matematico numero uno nel mondo, sebbene rifiuti ogni contatto con i colleghi.
La vita dimostra che grandiosi risultati nella scienza spesso significano solitudine. Nella città di San Pietroburgo si possono incontrare giovani che indossano magliette con la foto di Perelman e la scritta: “Non tutto si può comprare“.
Ignorando le regole di comportamento della comunità scientifica, Perelman ha raggiunto la massima efficacia del suo lavoro continuando a vivere una vita da eremita, in solitudine.
11 dicembre 2019
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