di Francesca Radaelli
Una famiglia letteralmente ‘invasa’ dalla modernità tecnologica, e non solo, con effetti comicissimi. Tempi Nuovi è il titolo della commedia di Cristina Comencini che, sul palco del Teatro Manzoni di Monza, ha messo in scena con ironia alcuni dei principali motivi di conflitto tra padri e figli nel nostro tempo.
Il sipario si apre su una grande libreria scenografica a rivestire, dal pavimento al soffitto, l’intera stanza. Al centro, uno storico di ‘altri tempi’ (Maurizio Micheli, capace di dar vita a un personaggio comico davvero riuscito) alle prese con un computer e con un universo virtuale che non riesce proprio a capire, fatto di scrivanie, nuvole e cancelletti che appaiono e scompaiono all’improvviso.
Intorno a lui si muovono il figlio – che un libro forse non lo ha aperto mai, ma che riesce a destreggiarsi con grande facilità non solo nel mondo di Internet ma anche in quello di relazioni affettive a dir poco fluide (con le ragazze si sta un po’ ‘a turno’ e va bene così) – ma anche la moglie giornalista (Iaia Forte) che i ‘tempi nuovi’ afferma di saperli padroneggiare, di essere ormai esperta di quell’’elettronica’ che all’improvviso ha trasformato il mondo e, di conseguenza, anche la sua professione. Ma che di fronte al nuovo modello di ‘famiglia’ incarnato dalla figlia non riesce a nascondere il proprio sconvolgimento: ma come, ci sarà un nipotino, ma nessun genero maschio ad arricchire il nuovo album di ricordi di famiglia?E quando con un colpo di scena inaspettato lo storico esperto della Resistenza si trasforma nel blogger Ciclamino9 e la stanza viene svuotata dai libri, ci si accorge che anche i tempi nuovi non possono fare a meno del Tempo, che sulla velocità di uno smartphone non si possono appiattire secoli di Storia e che forse quello studioso colto, un po’ bacchettone e digitalmente ignorante ora manca un po’ a tutti. Perché i nostri tempi nuovi, in fondo, sono abitati da generazioni diverse, ciascuna con la sua ricchezza.
Il conflitto tra le generazioni, la perdita di memoria storica, la velocità di tutto ciò che viaggia in Rete e la necessità di padroneggiare questo nuovo strumento, le nuove tipologie di relazioni affettive sempre più diffuse. La commedia di Cristina Comencini affronta con leggerezza e comicità temi serissimi e profondi che attraversano il nostro tempo. Una generazione, quella dei genitori, sconvolta da un mondo completamente nuovo in cui invece i figli stanno proprio a loro agio. Un’altra, quella dei figli stessi, che riscopre il valore dei libri e degli album di fotografie solo nel momento in cui vengono a mancare.
Sicuramente nella famiglia di Giuseppe e Sabina tanti spettatori possono riconoscere anche la propria. Perché i ‘Tempi nuovi’ sono i tempi nostri, appartengono ai padri tanto quanto ai figli. E la commedia della Comencini ci regala un’occasione preziosa. Quella di riderci un po’ su.