di Enzo Biffi
Come ogni terra di confine che si rispetti anche a Bareggia vige la regola di un senso di appartenenza più largo, di un orizzonte più profondo. In questi luoghi uomini e culture si mischiano, si fondono e generano altro, generando un nuovo “altro”.
Vabbè lo so, mi son fatto prendere un po’ la mano ma in fondo, da Lissonese quale sono, ho sempre pensato Bareggia luogo di passaggio stretto fra altri due: Macherio e Lissone. Insomma, non proprio lo stretto di Gibilterra ma…ci siamo capiti.
Esagerazioni a parte, mi piace pensare che non sia da attribuire solo al caso la genesi proprio qui di Contaminescion, manifestazione chiusasi sabato scorso e ricca di incontri e di eventi. In realtà – e molto più prosaicamente – il frutto dell’impegno straordinario di un manipolo di persone appassionate (almeno all’inizio) di fotografia e riunite nel Gruppo Imaginaria.
Lungo un intero mese di iniziative, in collaborazione con l’oratorio, le contaminazioni sono state tali e tante da non poterle certo riassumere qui. Sul palco sono passati cuochi, fotografi, artisti, musicisti e clown, scrittori e attori ma soprattutto e sopra tutti è passata come un vento caldo l’idea che mischiare le cose belle del mondo è l’unico modo per far bello il mondo.
Grazie ai contaminatori seriali di Imaginaria, sul palco della sala parrocchiale sono andate in scena piccole e grandi storie di passioni e impegno, spese liberamente e gratuitamente.
In un tempo come questo che sembra fare di recinti sempre più stretti una regola, Contaminescion – seppur nel piccolo – sta lì a dimostrare il contrario: smonta staccionate e ne unisce il contenuto. Aria fresca, acqua limpida e poi…altre contaminazioni saranno.
Fotografie di Inna Blar Ross