di Francesca Radaelli
“Finirai per trovarla la via, se prima hai il coraggio di perderti”, diceva Tiziano Terzani. Ripercorrendo la storia della vita del grande giornalista e scrittore, nato a Firenze il 14 settembre 1938, non si può dire che a lui questo coraggio sia mancato.
A Firenze i suoi genitori vivono nel quartiere popolare di Monticelli. Lui stesso racconterà che, per farlo studiare, decidono di impegnare i propri averi al Monte di Pietà, gli comprano a rate un paio di pantaloni lunghi e lo iscrivono al ginnasio. Inizia presto a scrivere come cronista sportivo per il Giornale del Mattino, seguendo le partite di calcio e le gare di corsa a piedi e spostandosi in tutta la provincia di Firenze a bordo di una vecchia Vespa 98. Si laurea in Giurisprudenza all’Università Normale di Pisa, dopo la laurea inizia a lavorare per l’Olivetti all’interno dell’ufficio del personale ed è proprio questo lavoro che gli permette di iniziare a viaggiare per il mondo, recandosi presso le concessionarie e le fabbriche estere dell’azienda. Dopo diversi soggiorni in diversi Paesi europei dalla Danimarca al Portogallo, approda in Giappone, entrando per la prima volta nel continente asiatico. Quando l’Olivetti lo manda a Johannesburg, approfitta della permanenza in Sudafrica per raccogliere fotografie e interviste che utilizza per i reportage dalla terra dell’apartheid pubblicati sul settimanale l’Astrolabio. Insoddisfatto del lavoro all’Olivetti, decide definitivamente di intraprendere la carriera giornalistica e si iscrive grazie a una borsa di studio alla Columbia University di New York. In America segue le lotte dei neri e le manifestazioni studentesche contro la lotta in Vietnam, ma anche il primo sbarco dell’uomo sulla luna. In California studia la lingua cinese: è sempre più incuriosito dal paese della grande muraglia, da cui giungono le notizie della rivoluzione culturale di Mao. Dopo che, tornato in Italia, nessun quotidiano si dichiara disposto ad inviarlo in Asia come corrispondente, è il tedesco Der Spiegel a offrirgli la possibilità di fare il corrispondente dal Sud est asiatico. Tiziano Terzani si reca dunque a Singapore. E’ il 1972 e vive in prima persona sul campo e al fronte i mesi decisivi della guerra del Vietnam. Oltre ai reportage per il settimanale tedesco, scrive anche per l’Espresso e inizia a pubblicare i primi libri per Feltrinelli con Pelle di leopardo. Diario vietnamita di un corrispondente di guerra 1972-1973 . Qualche anno dopo inizia a compiere i primi viaggi in Cina: è il 1976 e Mao Tse Tung è appena morto. Nel 1980 si trasferisce a Pechino diventando il primo corrispondente di un magazine occidentale su suolo cinese. Negli ultimi anni, dopo la scoperta della malattia, un tumore all’intestino, si allontana dalla professione giornalistica ma continua a viaggiare, in Asia e in India. E’ lui stesso, in Un altro giro di giostra, a parlare della malattia come del suo ultimo viaggio: “un viaggio involontario, non previsto, per il quale non avevo carte geografiche, per il quale non mi ero in alcun modo preparato, ma che di tutti i viaggi fatti fino ad allora era il più impegnativo, il più intenso”. Muore nel 2004 a Orsigna, sugli Appennini, piccolo paese a pochi chilometri dalla sua città natale a cui lui, grande viaggiatore, era stato legato per tutta la sua vita, rendendolo il proprio rifugio. Due anni dopo esce postumo La fine è il mio inizio, il libro in cui Tiziano, ormai prossimo alla morte, ripercorre di fronte al figlio Folco la storia della sua vita. La vita di un grande viaggiatore e di un uomo perennemente in cerca della verità.
Francesca Radaelli