Nonostante la fragile tregua, rimane gravissima la situazione in Ucraina. In crisi la sanità: molti ospedali sono chiusi, altri sovraffollati e mancano i medicinali di base nei reparti. Dal primo ottobre Soleterre attiva la campagna #EmergenzaUcraina per creare un fondo che assicuri cure e alloggi ai più vulnerabili.
La guerra in Ucraina ha ucciso ad oggi quasi 3.000 persone, ne sono state ferite oltre 7.000 e gli sfollati interni sono oltre 230.000. Nonostante gli aumentati bisogni sanitari, sono stati chiusi 32 ospedali e alcune strutture rimaste aperte garantiscono solo cure di base. In queste condizioni l’allarme sanitario riguarda l’intera popolazione, ma colpisce soprattutto i malati più vulnerabili tra cui i bambini malati di cancro.
Le famiglie con bambini oncomalati che vivevano nelle zone degli scontri, nella speranza di salvare la vita dei propri figli, si sono trasferite nelle città e in particolare a Kiev. Purtroppo però, anche nei reparti della capitale le scorte di farmaci sono finite e oltre ai chemioterapici mancano farmaci di base come antidolorifici, antibiotici e antinfiammatori.
A causa delle crisi politiche nazionali e internazionali le gare d’appalto per l’acquisto dei farmaci sono state fatte solo a luglio e le nuove scorte non arriveranno negli ospedali prima del nuovo anno (sarebbero dovute arrivare a marzo). Ad aggravare la situazione la svalutazione della grivna e il rincaro dei prezzi da parte delle case farmaceutiche: il costo dei medicinali per l’oncologia pediatrica si è alzato del 40/60% e ciò significa che lo Stato potrà comprare meno farmaci e i reparti non riusciranno a garantire cure a tutti i pazienti. Al problema della mancanza di farmaci si è aggiunto anche il problema degli alloggi, in particolare per le famiglie sfollate che arrivano dall’Est.
Soleterre, operativa in Ucraina dal 2003, è rimasta attiva durante gli scontri, cercando di garantire medicinali, materiale sanitario e accoglienza ai bambini malati di cancro e alle loro famiglie presso la casa d’accoglienza di Kiev. La comunità internazionale, infatti, sta coprendo i bisogni sanitari di base nelle zone di guerra, ma nulla viene fatto nei reparti specialistici come quello di oncologia pediatrica.
«Già prima della guerra – dichiara Damiano Rizzi, presidente di Soleterre – il sistema sanitario ucraino era fragile e inadeguato, ma questi ultimi mesi rischiano di vanificare il duro lavoro portato avanti negli ultimi 10 anni per migliorare le condizioni dell’oncologia pediatrica. Oltre ai bambini malati di tumore, Soleterre sta curando anche i bambini colpiti dalle bombe nell’Est del Paese ricoverati in neurochirurgia. Riteniamo che il nostro dovere sia di parlare di quel che sta succedendo, ma soprattutto di aiutare per quanto ci è possibile le famiglie sfollate che hanno già perso tutto a non perdere anche i loro figli».
Soleterre in questo momento di crisi si attiva con la campagna #EmergenzaUcraina per poter garantire tramite un fondo di emergenza i medicinali e l’accoglienza nella città di Kiev per i bambini malati e le loro famiglie.
comunicato stampa Soleterre