Un decennio irripetibile: Milano Anni ’60

 
di Daniela Annaro

Un elegantissimo vigile – il “ghisa” lo chiamano i milanesi – in divisa bianca attende alla fermata Duomo. Da poco tempo in città è arrivata la metropolitana, la MM il cui marchio è stato disegnato da quel grafico eccezionale che è stato Bob Noorda, olandese di nascita, ambrosiano di adozione. E’ la foto-emblema della mostra Milano Anni ’60. Storia di un decennio irripetibile.

Scatti fotografici, oggetti di design, manifesti, riviste raccontano un periodo particolarmente fervido del capoluogo lombardo. E’ una narrazione storica e sociale dei mutamenti che Milano ha compiuto negli anni del secondo dopoguerra, diventando una delle capitali mondiali della creatività e, in contemporanea, assumendo il ruolo di guida morale ed economica del Paese. Una storia bruscamente e tragicamente interrotta con la strage di Piazza Fontana il 12 dicembre del 1969 e l’inizio della strategia della tensione che caratterizzerà il decennio successivo.

E’ una Milano che cambia volto, quella che ritroviamo delle sale di Palazzo Morando: si alzano grattacieli come il Pirellone e la Torre Galfa, si costruiscono case popolari nei quartieri periferici – Quarto Oggiaro, Olmi, Gallaratese, Comasina -. Si costruiscono strade ed autostrade, la tangenziale e la Milano Piacenza, in città avanza la Rossa, la prima rete metropolitana sotterranea della città. In Brera, lavorano  Lucio Fontana e Piero Manzoni, due nomi tra i tanti artisti, insieme agli architetti e designer quali Marco Zanuso, Vico Magistretti, Achille Castiglioni con i fotografi Uliano Lucas, Cesare Colombo, Fedele Toscani  con il loro fervore creativo contribuiscono a rendere straordinaria Milano.

Un fervore eccezionale anche da un punto di vista musicale: la città ospita i grandi del jazz – Duke Ellington, Thelonius Monk, Chet Baker, Gerry Mulligan. Al Vigorelli, nel 1965 i Beatles terranno qui un epico concerto, due anni dopo al Palalido sarà la volta dei Rolling Stones.

Intensa è anche la vita notturna popolata da artisti del calibro di Giorgio Gaber e Enzo Jannacci. Sono gli anni, anche, della contestazione studentesca e  delle lotte operaie con le piazze piene e le università, Cattolica e Statale, occupate. Un anticipo delle tensioni che travaglieranno l’intero Paese. Curata da Stefano Galli, la mostra durerà fino al 9 febbraio 2020, a Palazzo Morando (via Sant’Andrea, 6).

 

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