Arriva quasi in punta di piedi. Non è un personaggio famoso, ma è sicuramente un tipo particolare e per questo vogliamo raccontarvelo. Si chiama Daniele Bonesso, ha uno spiccato accento veneto (viene dalla provincia di Venezia) e, considerate le origini, non diresti che è da sempre un tifoso dell’Inter e che la grande passione lo ha portato a realizzare un libro su un mito del calcio: Giacinto Facchetti.
Gli chiediamo subito di raccontarci la sua storia. Esordisce dicendo che non vuole parlare di calcio, vuole parlare di gioco. “Il calcio è un gioco e come tale va trattato – afferma – Io sono rimasto legato al calcio di un tempo, dove ci si divertiva, si gioiva, ci si arrabbiava quando la tua squadra perdeva”.
Ma cosa ti lega al calcio?
La passione è stata la chiave di volta perché, da appassionato, ho cominciato a collezionare figurine. A quel tempo, ero un ragazzo, non c’era il calcio in tv, si ascoltavano le partite in radio e si seguiva “Novantesimo minuto” la sera. Mancava tutta una parte di conoscenza che si poteva capire solo collezionando figurine, che ti mostravano la faccia del giocatore, i colori della maglia… Ancora oggi colleziono figurine, anzi le faccio le figurine perché, con il mio mestiere di grafico, ho occasione di raccogliere le fotografie e assemblarle in album. Ne ho uno della storia dell’Inter dal ’45. Come tutti i collezionisti e come tifoso, ho cominciato a raccogliere figurine della mia squadra del cuore e nel 2006 dopo la morte di Facchetti ho iniziato a raccogliere materiale su di lui: andavo su e-bay, seguivo le aste, ma c’era sempre qualcuno che mi soffiava la figurina all’ultimo momento. E dai 1, dai 2, dai 10, l’ho contattato perché quando hai un nemico che non riesci a combattere, la cosa migliore è fartelo amico. Mi immaginavo un omone che beveva birra e che stava davanti al pc in canottiera…Più tardi ho scoperto che si trattava della moglie di uno dei figli di Facchetti, Gianfelice, che poi ho conosciuto. In seguito a questa conoscenza, sono riuscito a realizzare il mio sogno di creare un libro con tutte le foto, i ritagli di giornale e le figurine del padre Giacinto.
Quanto tempo hai impiegato?
Ho impiegato sei anni a realizzarlo. Ho approfittato del fatto che nel 2012 sono rimasto senza il lavoro di grafico e mi sono dedicato alla produzione del libro. Il libro “Un 3 maiuscolo” è edito da Paolo Galasso e lo si può trovare online o su www.3maiuscolo.it o sul sito www.giacintofacchetti.org che, il 12 maggio scorso, è stato messo online ed è diventato il sito ufficiale di Giacinto.
Perché Facchetti?
Quando da ragazzi si giocava al pallone, ognuno sceglieva il nome del suo beniamino: si diceva “Io sono Mazzola o Riva o Rivera” Questi erano i più gettonati. Lui era un nome, ma non dei più eclatanti. Poi quando è morto ho sentito un vuoto, ho capito che mi mancava. Questa cosa mi ha colpito e ho scelto di rendergli omaggio, di fargli onore con questa iniziativa, perché sono convinto che la figura di Giacinto è in grado di trascinare altri in questa passione, la passione per il gioco, per le cose belle della vita.
Mi piace raccontare che sono nato il 21 settembre ‘65, un martedì in cui stranamente, si giocava la partita di campionato e la partita che si stava disputando era Inter- Atalanta, guarda caso due squadre di nero-azzurri. Forse era destino che dovesse scegliere una di queste squadre o forse no, non lo sapremo mai, mentre invece sappiamo che Daniele ha fatto della sua passione un motivo di vita, perché come dice lui “ Bisogna vivere e non sopravvivere”.
E lui lo dimostra: con partecipazione, passione e tanto amore.
Daniela Zanuso
Ecco il commento alla visita di Daniele, di Salvina Candarella e Paolo De Gregorio
Oggi giornata con Daniele Bonesso, che ci ha presentato una sua grande passione, che ha raccolto in un bellissimo libro fotografico, il giocatore dell’Inter Giacinto Facchetti, dal titolo “Un 3 Maiuscolo”.
Un lavoro durato anni alla ricerca di foto, ritagli di articoli e tutto ciò che riguardava il grande campione nerazzurro: non uno qualsiasi, ma uno che giocava per la squadra e faceva del suo meglio per la vittoria finale. E poi la grande passione per le figurine che raccontano la sua Inter dagli anni ‘40 agli anni ‘80 con immagini delle squadre, i vari presidenti e tutti i giocatori della rosa, anche quelli meno conosciuti. La particolarità è che le figurine le ha realizzate lui, grazie alla sua esperienza lavorativa come grafico, ed alla passione per il Gioco Calcio perché “…di un gioco si tratta e dovrebbe essere così”. Ci ha raccontato aneddoti divertenti, incontri con i famigliari del suo idolo, i rapporti con la sua famiglia per questa sua passione che abbiamo scoperto essere solo sua.
Grazie per averci fatto conoscere Facchetti, un uomo e un giocatore, di una classe rara e un’umanità unica.
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