di Vladislav Karaneuski
Uno dei testi più antichi che testimoniano il volgare italiano è il Glossario di Monza.
La sua redazione è databile ai primi decenni del X secolo e contiene 65 lemmi in lingua latino-romanza, affiancati dalla traduzione in greco. Non si può dire con certezza che questo testo sia la forma più antica di volgare italiano, a causa anche della sua veste molto latineggiante, però, di sicuro, ci troviamo di fronte ad una testimonianza antica di quello che fu il progressivo cambiamento dal latino ”volgare” ai nostri dialetti settentrionali.
Interessanti poi sono le riflessioni che si possono fare sulle singole parole. Ad esempio l’evoluzione del sostantivo latino ”labrum”, che ha come esito nel testo ”lavro” e avrebbe poi dato esiti successivi nelle diverse varietà dialettali romanze settentrionali come: ”laver” in lombardo, ”laure” in piemontese, ”lavaro” in veneto e così via. Interessante poi confrontare l’esito di ”labrum” in due lingue romanze odierne differenti, come francese e italiano. Infatti, mentre in francese ”labrum” ha seguito la normale evoluzione delle parole latine verso quelle romanze, come nel caso degli esiti nei dialetti settentrionali, e si è evoluto in ”lèvre”, in italiano l’esito è rimasto simile alla forma latina, perché è entrato tardi nell’uso, forse in epoca rinascimentale, sostituendo probabilmente una forma precedente.
Il testo è conservato alla Biblioteca Capitolare di Monza, che oltre a questo codice, conserva al suo interno un complesso di mille volumi che vanno dal sesto al ventesimo secolo.