di Francesca Radaelli
“Nell’estate del 1963 io mi innamorai e mio padre morì annegato”. È tutta racchiusa nella frase di esordio la parabola estiva del protagonista di Acqua di mare, romanzo breve dell’americano Charles Simmons, uscito nel 1998 con il titolo originale di Salt water (Acqua salata) e recentemente ripubblicato da Edizioni SUR nella nuova traduzione di Tommaso Pincio. Non un classico questa volta, né tanto meno uno scrittore che si studia a scuola.
Al contrario. Simmons è un autore contemporaneo (è morto nel 2017) e poco conosciuto alle nostre latitudini, che ha pubblicato solo cinque romanzi e di mestiere lavorava per la New York Times Book Review. Acqua di mare è però un libro che merita di essere letto, magari proprio al mare, sotto l’ombrellone.
Il sapore dolce e amaro delle estati adolescenti è racchiuso in una short story scritta in uno stile impeccabile, semplice e asciutto quanto serve per far emergere i sentimenti sfacciatamente sinceri del sedicenne Michael che, in un mondo di adulti dalle reazioni – e relazioni – spesso difficili da decifrare, si trova alle prese con un amore travolgente e con un padre affascinante e misterioso.
I fatti si svolgono durante un’estate sull’isola atlantica di Bone Point. A sconvolgere i ritmi della consueta vacanza in famiglia fatta di nuotate e gite in barca ci pensano le nuove vicine: la ventenne Zina, della quale Michael non può che innamorarsi all’istante, e sua madre, la signora Mertz, sulla quale all’istante confluiscono le gelosie della madre dello stesso Michael, una donna condannata ad essere sempre all’erta per via di un marito pieno di fascino e di iniziativa.
È proprio intorno al fascino del padre, a cui Michael guarda con ammirazione, rispetto e inquietudine, che durante il progressivo dispiegarsi degli avvenimenti e dei sentimenti prende forma il conflitto più grande, che una volta esploso darà origine al finale tragico del romanzo.
Michael ama intensamente la bella Zina, ma lei altrettanto intensamente si innamora del padre di lui. Il quale, pur non disprezzando le avventure extra coniugali, si rivelerà ‘innamorato’ del figlio adolescente più che di ogni altra cosa. Un triangolo inedito e spiazzante, che durerà il tempo di un’estate al mare e avrà l’esito tragico preannunciato sin dall’inizio.
Sarà cioè inghiottito da quello che dovrebbe essere lo sfondo ma, in fin dei conti, si rivela il vero grande protagonista della vicenda: il mare. Quel mare teatro di feste di adulti, amori violenti di ragazzi e ‘relazioni pericolose’. Quel mare la cui acqua salata, scoprirà Michael, ha un sapore identico a quello delle lacrime.