di Daniela Zanuso
Ferragosto 1940. Un castello ai piedi dei Carpazi dove un uomo anziano vive sepolto dal peso dei ricordi e di tante domande irrisolte. L’arrivo del suo amico fraterno dopo 41 anni di attesa.
Henrik e Konrad sono legati da un profondo sentimento di amicizia, ma sono anche acerrimi rivali. Henrik è un vecchio ufficiale ungherese ferito dalla vita e dalle uniche persone che ha amato. L’amico Konrad, tornato dopo decenni dall’Estremo Oriente, vorrebbe incontrarlo. Li unisce un segreto che vorrebbe essere svelato. Più che un incontro tra i due è una resa dei conti. Ci sono domande alle quali è necessario dare una risposta e che vogliono a tutti costi conoscere la verità. Una verità che, forse, è racchiusa in un “libretto giallo legato con un nastro azzurro”.

Intanto il tempo trascorso ha cambiato il mondo, ha cancellato la splendida Vienna di fine impero, lasciando solo le ceneri della grande guerra.
Le braci di Sandor Marai è un libro sull’amicizia tra due uomini e sulla memoria. Un’amicizia che pretende chiarezza e risposte e la memoria di una passione che forse non si è mai spenta.
Il romanzo, che si presenta come un lungo, incalzante monologo, lascia il lettore senza possibilità di interruzione e svela mano a mano la metafora del titolo particolarmente evocativo. Le braci del fuoco, che assiste all’incontro tra i due vecchi amici, sono le passioni assopite ma mai del tutto spente.
E’ un romanzo intenso, denso di significati e di profonda umanità, che ha bisogno di una lettura attenta per essere apprezzato al meglio. E’ un’esperienza che consiglio a chiunque e che la prosa raffinata del grande romanziere ungherese rende davvero irripetibile.