di Luigi Picheca
Le nostre generazioni hanno conosciuto momenti tristi e belli contemporaneamente. Hanno conosciuto gli anni del terrore politico in cui si sono scontrate vecchie ideologie di destra e di sinistra decretandone di fatto la fine e hanno conosciuto gli anni delle lotte contro le varie organizzazioni di stampo mafioso ad opera di illustri rappresentanti dello Stato, o, per meglio dire, della Magistratura con la M maiuscola. Hanno conosciuto anche gli anni della ripresa economica e delle vacche grasse, lugubre premessa ai giorni nostri ma grande vanto dell’Impresa italiana e dolce vita di chi ne ha approfittato.
Oggi ci guardiamo intorno un pò smarriti e cerchiamo di capire qualcosa su quello che vediamo. Un mondo strano per chi si è dovuto rimboccare le maniche come tanti di noi per riuscire a combinare qualcosa di buono nella propria vita sperando di seminare qualcosa di buono per i propri figli e per le generazioni a venire. Tanti sforzi resi spesso vani dalle crisi economiche che ci hanno colpito ciclicamente negli anni per poi stroncare molti di noi in questa ultima crisi economica da cui ancora stentiamo ad uscire.
Gli anni del boom economico sono un debole ricordo che viene rappresentato ufficialmente dai ruderi industriali disseminati qua e là per la penisola, aree dismesse che ancora risuonano delle voci di chi, carico di speranze o pieno di rimpianti, arriva da Paesi lontani in cerca di fortuna o chi, questa fortuna, l’ha persa.
Molti giovani vanno a cercar fortuna altrove lasciando il proprio posto libero come in una triste riedizione del gioco dei quattro cantoni, pensando a un futuro più sorridente. Altri giovani restano incastrati in una specie di Limbo temporale che li tiene prigionieri degli eventi e della malavoglia di scontrarsi con la scomoda realtà che tutti percepiscono. Un quadro a tinte fosche che però non demoralizza chi crede ancora che si possa vincere questo sistema che non riesce ad evolversi come meriterebbe un Paese ricco di Storia e di antiche testimonianze che la Storia ci ha tramandato.
Quasi fantasmi del nostro passato che pesano sul nostro futuro come imbalsamassero i protagonisti dei nostri giorni in uno stato di transizione reso immobile da tutti coloro che scegliamo, o che sceglievamo, di rappresentarci politicamente.
Espressione di alta democrazia trasformata in qualunquismo egoistico dai nostri politici e dai nostri giudici che trovano spesso il modo di farci rimpiangere il Re Sole e le sue bizzarrie, ma è roba di altri tempi!
Luigi Picheca