Vaccini e responsabilità civile

vaccinidi Virginia Villa

La notizia oggetto di questo articolo potrebbe sembrare negativa, ma penso possa avere anche un potenziale nel far nascere un’interessante riflessione sul tema vaccini e responsabilità civile.

La storia

Laura Di Siena è una donna di 42 anni, insegnante in una scuola dall’infanzia in un comune fuori Milano. Laura è anche una malata oncologica diventata, a suo malgrado, portavoce di molte altre persone nella sua stessa situazione.

La storia inizia il 10 aprile scorso, quando le hanno diagnosticato un tumore raro a carico del timo, posizionato tra il cuore e i polmoni. Le strutture in grado di gestire questo tipo di tumore sono pochissimi e in Italia; solo tre, concentrate in Lombardia.

I medici dell’ospedale al quale si è rivolta l’hanno sottoposta a biopsia e poi ad un ciclo di chemioterapia. I sintomi, come è immaginabile, sono stati molto forti, ma le cure hanno funzionato perché la massa tumorale si è ridotta così tanto da permettere l’operazione.

vaccini
Laura Di Siena

Qui però sorge il problema: la segretaria di direzione ha telefonato a Laura  comunicando che a causa dell’aumento dei ricoveri per Covid, hanno dovuto fare un taglio dei posti letto nei reparti ordinari e di terapia intensiva. La sua operazione dovrà aspettare.

Il colloquio successivo è stato con il chirurgo che, forse per frustrazione nel vivere ormai da due anni una situazione di emergenza, si è confidato con la paziente dicendole che purtroppo i reparti sono congestionati da pazienti Covid non vaccinati.

Questa storia che, riportando fatti senza approfondire il discorso, potrebbe alimentare ulteriormente la rabbia già viva nel nostro paese, ci invita a riflettere su due punti: la responsabilità civile e la necessità di una tregua tra pro vax e no vax.

La responsabilità civile

Per affrontare il tema vaccinazioni in modo razionale e libero da ideologie, bisogna prima di tutto chiedersi cosa sono i vaccini e perché è importante vaccinarsi.

Detto con parole semplici, i vaccini, come ci spiega la scienza medica,  sono dei preparati biologici costituiti da microrganismi inattivati o indeboliti atti a rafforzare il sistema immunitario per combattere  virus che potrebbero essere letali per l’uomo. Una volta somministrati, i vaccini simulano il primo contatto con l’agente infettivo evocando una risposta immunologica simile a quella causata dall’infezione naturale, ma con il beneficio di non causare la malattia e le sue complicanze.

Per alcune tipologie di vaccino, come quello antinfluenzale, è necessario fare dei richiami periodici perchè il virus è per natura mutevole e questo la composizione del vaccino viene decisa, su indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), o in fase preventiva, in base ai ceppi che si prevede circoleranno in un dato periodo dell’anno, o a seguito dell’elaborazione della mutazione da parte del virus; per questo si parla di variante.

I vaccini, quindi, si rivolgono alle malattie infettive, cioè quelle malattie che causano non solo la morte, ma anche la possibilità da parte dell’infettato di trasmettere il virus ad altre persone. Se tutta la comunità si vaccina, si impedisce al virus in questione di proliferare e “abitare” quella comunità e quindi di causare gravi conseguenze non solo a livello sanitario, ma in generale ad ogni livello della vita della comunità.

Ed è proprio qui che entra in gioco la responsabilità civile; se una persona non vaccinata decide di escludersi dalla vita sociale, non ci sarebbero grandi problemi, ma se continua a vivere la sua vita normalmente, frequentando luoghi pubblici e incontrando altre persone, l’effetto potrebbe essere devastante per diverse ragioni.

In primis, se un infettato non vaccinato entra in contatto con una persona che a causa di una patologia non può sottoporsi a vaccinazione ne causerebbe gravi problemi di salute, in alcuni casi anche letali. Ma soprattutto, la mia decisione di non vaccinarmi potrebbe causare un “effetto a catena” che svantaggia non solo la salute di chi contrae l’infezione, ma anche il Servizio Sanitario Nazionale che si ritroverebbe con i reparti degli ospedali congestionati, causando situazioni spiacevoli come quella accaduta a Laura Di Siena.

Potrebbe sembrare un paragone semplicistico, ma può descrivere bene il concetto: mettermi alla guida dopo aver bevuto una buona quantità di alcolici è sbagliato non solo perchè rischio una multa (e la sospensione della patente), ma anche perchè potrei causare incidenti che potrebbero danneggiare gravemente coloro che si trovano sulla mia strada.

Dal momento che nasciamo ed entriamo a fare parte di una comunità, abbiamo dei diritti, ma anche dei doveri. Se ognuno di noi si preoccupasse dei propri doveri così come si preoccupa di far valere i propri diritti, forse questa storia avrebbe preso una piega diversa.

Tregua  tra  PRO VAX e NO VAX

C’è però da dire che essere dalla “parte giusta” non sempre equivale ad avere ragione a prescindere. Intorno alle vaccinazioni da tempo è in discussione il problema della loro obbligatorietà, un tema sul quale vale la pena riflettere.

I problemi relativi all’uso specifico di un vaccino e il loro potenziale rischio sono questioni che andrebbero affrontate con serietà, ascoltando tutte le parti chiamate in causa e fornendo informazioni accessibili e ben dettagliate.

Se qualcuno è spaventato all’idea di sottoporsi ad un vaccino nuovo, bisogna ascoltarlo, capire cosa di questo vaccino fa paura, accogliere tutte le domande e fornire risposte esaustive.

Quello che in realtà è successo è stato l’esatto contrario ed  ha prodotto risultati nefasti. Dire che vaccinarsi è giusto è dire tutto e niente. Additare una persona che non vuole vaccinarsi come cattivo e sovversivo è  un grande errore perchè contribuisce a trasformare la sua paura, legittima, in odio e rabbia che ha portato all’assunzione di comportamenti riprovevoli.

Il dialogo è un procedimento lungo che richiede tempo ed energie, ma soprattutto competenze con le quali sostenere una discussione costruttiva.

Al dialogo e alla discussione si è preferito creare il divario e questo non ha mai portato nulla di buono. Il confronto è uno strumento meraviglioso grazie al quale tutti  possono trarre vantaggio e crescere.

L’augurio è che quanto accaduto a seguito dell’introduzione del vaccino anticovid possa essere il trampolino di lancio per una riflessione importante con la quale migliorarsi e migliorare la società nella quale viviamo.

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