di Daniela Zanuso
E’ considerato il padre del romanticismo francese, ed oggi è conosciuto più per le sue poesie, gli scritti, i saggi e gli ancor più famosi Notre Dame de Paris e I Miserabili, che per l’essere stato un grande pensatore, un politico, uno strenuo difensore di quelli che considerava gli irrununciabili diritti di ogni essere umano. Parliamo di Victor-Marie Hugo,nato il 26 febbraio 1802 in una Francia dove Napoleone era l’indiscusso sovrano e dove anche suo padre era conte napoleonico e militare dell’esercito di Giuseppe Bonaparte.
A quattordici anni Victor scrisse sul suo diario: “Voglio essere o Chateaubriand o niente“. Dopo il liceo diresse, insieme al fratello, il giornale “Le conservateur littéraire”, divenne assiduo frequentatore di caffè letterari e in breve fu il riconosciuto ed incontrastato leader del movimento romantico in Francia.
Diversamente dagli altri poeti e scrittori suoi contemporanei, Hugo si butta con foga e passione nell’esistenza, nella politica, nella scrittura, nella pittura. Si oppone apertamente all’ascesa di Napoleone III e al suo regime antidemocratico e questo gli costerà l’esilio dalla patria per vent’anni.
La vita non sarà generosa con lui: sposerà una donna di cui scoprirà il tradimento dopo anni, avrà cinque figli dei quali solo una gli sopravvivrà, Adèle, che a causa del suo stato mentale, trascorrerà molti anni in manicomio. Sarà nominato Pari di Francia e deputato dell’Assemblea Costituente e saranno proprio i discorsi pronunciati sui grandi temi, contro il lavoro infantile, contro la pena di morte (“La pena di morte è il segno caratteristico ed eterno della barbarie”), sulla condizione della donna, a favore della pace, del suffragio universale, del libero pensiero, oltre alla sua penna satirica, che lo renderanno famoso.
E’ stato un riformista che ha denunciato le diseguaglianze sociali, che si è battuto per i diritti fondamentali dell’uomo e che avrebbe voluto cambiare la società del suo tempo.
Nel 1849 diverrà famoso un suo discorso al Congresso Internazionale di pace tenutosi a Parigi nel quale userà più volte il termine Stati Uniti d’Europa.
Passeranno quasi altri cent’anni prima che qualcuno invochi la creazione degli Stati Uniti d’Europa e questa volta l’intuizione verrà da oltre Manica, dopo la fine della seconda guerra, quando Winston Churchill richiamerà alla necessità di un’Europa libera e felice solo attraverso la ricostruzione della famiglia dei popoli europei.