Zalone a catinelle sbanca il botteghino

Checco ZaloneIntervista  di Claudio Pollastri  pubblicata dalla rivista  Studi Cattolici  dicembre 2013. Si ringrazia per la collaborazione.  

Scusi, ma che ci fa un dissacratore  come Lei sul red carpet  del Festival del cinema di Roma?È la prima volta. Ho voluto provare.

 Proviamo anche a fare un’intervista  senza parolacce e doppi  sensi?

Cosa resta?

 Restano le Sue risposte sincere.

Ma tutti si aspettano la battuta a effetto, non risposte normali.

 Proviamo questa ebrezza?

Proviamo.

 Non mi dica che è a disagio.

Preoccupato.

 Di cosa?

Di essere troppo presente.

 Quindi?

Voglio sparire.

 Dove?

A Capurso, il mio paese.

 Non ha casa a Roma?

Non fa per me.

Perché?

Mi sembra tutto falso, come un grande set.

Non Le piace la dolce vita?

Il film sì, la realtà meno.

Però il cinema Le ha dato soldi e popolarità.

Non sono tutto.

Cosa Le manca?

Vorrei essere anche bello.

E magari azzeccare qualche congiuntivo.

Sto studiando l’inglese.

Vuole puntare su Hollywood?

Benigni che ritira l’Oscar è il mio mito.

Sta pensando a un film serio?

E se poi non incassa?

Col Suo genere invece l’incasso è assicurato.

Checco Zalone resterà sempre lo stesso.

Checco Zalone forse, ma Luca Medici, anzi l’avvocato Medici cambierà?

Luca Medici è laureato in legge ma non è ancora avvocato.

Lo diventerà mai?

Ho indossato la toga soltanto quando mi sono laureato.

Perché laurearsi in legge per poi finire così?

Mia zia mi voleva avvocato.

Sua zia?

Zia Lina era vicequestore.

Raccomandato?

Ho sudato tutti i voti. Anche piuttosto alti.

Com’è diventato Checco Zalone?

Checco Zalone in dialetto pugliese significa «che tamarro».

Mi sembrava il nome più giusto per il mio personaggio.

Un personaggio che Le ha portato soldi a catinelle.

Che fa, mi ruba la battute?

Parliamo delle Sue: quando le prime?

Alle elementari. Ero quello che faceva sempre ridere tutti.

Chissà quante note dagli insegnanti?

Andavo bene a scuola. Mi piaceva. Ma dentro ero già Checco.

Percorso scolastico regolare?

Liceo a Conversano e università a Bari.

Destinato a una tranquilla carriera forense.

Per me era un reato finire in uno studio. Così ho gettato la toga alle ortiche.

Sua madre ne avrà sofferto.

Mi ha capito. Secondo me sapeva di avere un figlio diverso.

Diverso da chi?

Dagli altri che si laureavano in legge come me.

I primi applausi veri?

A Zelig. Una vera scuola di comicità.

Il vero colpo di fortuna?

La canzone dedicata ai Mondiali del 2006.

L’Italia li aveva vinti.

Sembrava fosse merito mio. Avevo fatto un sacco di serate.

Una canzone dettata dal cuore?

Ordinata da Italia 1 per una sigla.

È faticoso essere sempre dissacrante?

Sono spontaneo.

Anche nei sentimenti?

Vivo a Capurso dove sono nato.

Motivi sentimentali?

Motivi economici.

Un’altra battuta?

La vita costa meno.

Tirchio?

Sono avarissimo.

Anche in amore?

Sto da una vita con Mariangela.

La figlia di Fantozzi?

Questa la dicono tutti.

Vi sposerete? Mariangela ha deciso per il prossimo anno.

E Lei?

Ci sarò anch’io.

Matrimonio con tutto il paese, come Al Bano e Romina?

Sarà intimo e privato.

È arrivata anche una bambina

l’8 febbraio.

Gaia mi fa ridere. E io faccio ridere lei.

Un papà tutto da ridere.

Ho imparato anche a cambiarle i pannolini. Ormai sono un papà professionista. Potrei avere altri figli.

Difficile il ruolo di padre?

Più difficile quello di attore.

Fare l’attore La tiene lontano da Sua figlia.

Però sono molto presente quando ci sono.

Un po’ banale.

L’amore per Gaia non è mai banale.

Cosa sogna per Sua figlia?

Una laurea in legge.

Come Lei?

Così farà l’attrice comica.

Si riconosce nel padre-pasticcione che interpreta nel film-record

Sole a catinelle?

Un padre ottimista che ignora la crisi. Un messaggio positivo.

Lei sente la crisi?

Per fortuna no. Ma capisco quelli che la vivono. E ho voluto dare un po’ di speranza.

Un film pretenzioso?

L’hanno scritto i critici. Ma non mi sembrava un complimento.

Invece il pubblico L’ha premiata al botteghino.

Non pensavo di superare Che bella giornata.

In questo film affrontava l’integrazione religiosa innamorandosi di una ragazza islamica.

L’amore non deve avere barriere. La religione non dev’essere un ostacolo.

Lo pensa veramente o è soltanto un copione?

La penso come il copione.

Fuori onda, cosa pensa della religione?

 Quello che mi ha insegnato mia madre.

Cosa Le ha insegnato?

A ringraziare la Madonna del Pozzo di Capurso.

L’ha fatto?

 E come no?

Per convinzione?

Per scelta.

Prega?

E se no che ci vado a fare?

Prega anche durante il giorno?

Questa è la terra di Padre Pio.

Gli è devoto?

E chi non lo è?

Come crescerà Sua figlia?

Con gli insegnamenti che mi hanno dato i miei.

Mariangela è d’accordo?

 Siamo uguali su certi princìpi.

Quali?

L’educazione per nostra figlia.

Su cosa non siete d’accordo?

Sui film e certi piatti tipici.

Sa cucinare?

Poco. Però mangio molto.

Cucina meglio… le Sue vittime?

Qualcuna riesce meglio.

Tipo Nicky Vendola?

Mi dicono che l’ha presa bene.

Giuliano dei Negramaro?

Non l’ha presa bene.

Ha imitato addirittura Michele Misseri.

È satira.

La satira deve avere dei limiti?

Li stabilisce il buon senso.

Cioè?

Non cadere nella trappola di volere moralizzare il Paese.

E se qualcosa non si può dire?

Non la dico.

Prudenza dell’avvocato Medici?

Saggezza paesana di Checco.

Crozza lo fa.

È bravissimo. Mi fa ridere.

Il numero uno tra i comici?

Alberto Sordi e Massimo Troisi.

Erano tristi e noiosi nella vita privata.

Io sono timido, introverso, ansioso. E innamorato.

Cos’è l’amore?

Un’illusione malinconica.

E la malinconia?

Un’emozione poetica. Più concreta della felicità.

E la felicità?

Non esiste.

Come il successo?

 Esiste. E ti cambia la vita.

Anche a Lei?

Finché riesco a far ridere.

Smetterà?

A 50 anni.

Come mai?

Si diventa tristi.

Tristi?

Non si riesce più a mentire.

Ha mentito in questa intervista?

Quasi mai.

Ha detto la verità?

Quasi sempre. 

Claudio Pollastri

Studi Cattolici dicembre 2013

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